studio in SONDRIO - via Brigata Orobica 45 - Tel 0342 514762 peritosalini@gmail.com

lunedì 19 dicembre 2011

Pneumatici e neve....facciamo chiarezza

Cerchiamo di fare chiarezza sui pneumatici invernali (velocità, M+S, Fiocco di neve (snowflake)), catene da neve, ragni da neve, auto a trazione integrale, calze da neve
Con le ordinanze pneumatici invernali, regioni, provincie e comuni sanciscono l’obbligo di circolazione con mezzi idonei ad una guida su strade “invernali”. Una volta vigeva unicamente l’obbligo di circolazione con catene a bordo, ma dall’anno scorso, visti i grandi progressi in termini di ricerca e sviluppo, gli pneumatici invernali sono stati definitivamente equiparati in tutto e per tutto alle catene da neve.
In quest’articolo cerchiamo di dare risposta alle numerose mail ricevute circa gli equipaggiamenti e le norme da rispettare.
Secondo la normativa italiana solamente gli pneumatici M+S o chiodati sono in grado di sostituire le catene da neve. L’articolo 122 – comma 8 del Regolamento CDS (Codice della Strada) recita: “Il segnale catene per neve deve essere usato per indicare l’obbligo di circolare, a partire dal punto di impianto del segnale, con catene da neve o con pneumatici da neve…”. Il Ministero dei Trasporti ha quindi sottolineato la perfetta uguaglianza in ogni condizione, tra l’uso dei pneumatici invernali (gomme termiche) e le catene da neve montate.
Per essere considerati pneumatici invernali, le gomme devono NECESSARIAMENTE essere contraddistinte dalla marcatura M&S, MS, M-S, M+S. Solo pneumatici invernali M+S possono essere considerati equivalenti alle catene da neve omologate e quindi in grado di rispettare gli obblighi di legge. Gli  pneumatici invernali presentano anche un simbolo rappresentante un fiocco di neve racchiuso nel profilo di una montagna, simbolo denominato SNOWFLAKE. Questo simbolo indica che la gomma è uno pneumatico WINTER e segue la normativa richiesta dal mercato USA. In Italia lo snowflake, non è obbligatoria: l’unica indicazione valida è M+S.


Codici di Velocità
La Direttiva Europea 92/23/CE riguardante l’utilizzo di pneumatici invernali prevede la possibilità di utilizzare, a parità di misura, un codice di velocità inferiore a quella omologata sul libretto di circolazione. Tuttavia il codice minimo utilizzabile è il codice Q= 160 km/h. Equipaggiando il mezzo con gomme caratterizzate da codice Q, dovrete necessariamente apporre sul vetro della vostra auto un apposito “adesivo” di avvertimento atto a ricordare che si sta circolando con gomme a basso indice di velocità.

A che velocità corrispondono le lettere che indicano i codici di velocità?
Q: fino a 160 Km/h
R: fino a 170 Km/h
S: fino a 180 Km/h
T: fino a 190 Km/h
H: fino a 210 Km/h
V: fino a 240 Km/h
ZR: oltre i 240 Km/h

Il Libretto di Circolazione e le M+S
È possibile altresì equipaggiare la vettura con pneumatici invernali di qualsiasi misura tra quelle indicate nella carta di circolazione, anche se vengono riportate misure con marcatura M+S, riservate ai winter.
Ma chi ha una vettura 4×4 come si deve comportare?
Per il Codice della strada non è sufficiente guidare un’auto, un SUV, un mezzo con 4 ruote motrici: anche le vetture caratterizzate da trazione integrale devono essere equipaggiate con appositi mezzi anti-neve (gomme invernali o catene neve).

Catene da neve ed “Auto Non catenabili”
Le catene da neve sono un mezzo economico ed estremamnete utilizzato per vincere il problema neve. Tuttavia, negli ultimi anni, con l’aumento delle dimensioni del gruppo ruota (cerchio + gomma), molte case automobilistiche indicano sul Libretto di Circolazione alcune misure non catenabili. In questo caso l’unica soluzione restano gli pneumatici invernali. Ciò vale anche per le catene da neve a montaggio frontale (i ragni da neve), che, se NON riportati come omologati ed accettati sul Libretto di Circolazione non possono essere equipaggiate e non sono accette per legge proprio perché non omologate per quella determinata vettura.

Stop alle catene da neve non conformi o non certificate; le tanto amate catene per neve, salvezza di chi era solito viaggiare per luoghi ad alto rischio di nevicate, da ora in poi le catene neve dovranno essere certificate in maniera precisa e dettagliata
La sicurezza su terreni con poca aderenza è da sempre motivo di discussione. Le catene da neve sono state per lungo tempo la vera salvezza di chi era solito viaggiare per luoghi ad alto rischio di nevicate e da ora dovranno essere certificate in maniera diversa e molto più precisa. Come specificato dal decreto del Ministero dei Trasporti del 10 maggio scorso, infatti, da alcune settimane è entrata in vigore la nuova norma di sicurezza UNI 11313, che va a sostituire la vecchia DM 13.3.2002. La nuova norma si applica, secondo codice della strada, ai veicoli di categoria M1 (veicoli per il trasporto passeggeri fino a otto posti più conducente), N1 (veicoli per trasporto merce con massa non superiore a 3,5 tonnellate), O1 (rimorchi con massa fino a 0,75 tonnellate) e O2 (rimorchi con massa oltre le 0,75 tonnellate e fino a 3,5 tonnellate). La norma prevede che le catene da neve debbano essere conformi alle nuove regole imposte, oppure il costruttore deve almeno garantire un livello di sicurezza ed efficacia equivalente. Secondo il decreto legge, nel caso si facciano acquisti all’estero, la norma è compatibile con la ONORM V5117 del governo austriaco. Su tutte le catene da neve sarà obbligatorio apporre il marchio di conformità aggiornato alla UNI 11313.
Il decreto specifica però che fino al 31 marzo del 2013 sarà ancora possibile commerciare e acquistare catene con marchio DM 13.3.2002. Questa norma, comunque, verrà definitivamente abrogata a partire dal 1 aprile 2013, quindi per allora sarà necessario aver esaurito tutte le scorte di catene risalenti alla precedente regolamentazione, dato che queste non potranno più essere vendute
 

Calze da NeveStesso discorso per le Calze da Neve, reti in materiale sintetico vanno a calzare la gomma permettendo di muoversi sui fondi più difficili. Pur garantendo buona motricità per il Codice della Strada le calze da neve NON sono equiparate ai pneumatici M+S e alle catene da neve.


La legge ed i Pneumatici chiodati
Le gomme chiodate, in Italia si possono utilizzare da 15 di novembre al 15 di marzo (fatta eccezione per ulteriori deroghe stradali). Gli pneumatici devono essere caratterizzati da chiodi  non più sporgenti di 1,5 mm (massimo 80 – 160 chiodi su ogni pneumatico) e devono necessariamente essere montati su tutte le 4 ruote. La velocità masisma raggiungibile con pneumatici chiodati è pari a 120 Km/h in autostrada e 90 Km/h su strade statali. Al posteriore una vettura con gomme chiodate deve essere equipaggiata anche con appositi paraspruzzi.

lunedì 12 dicembre 2011

Guida alla Distrazione: Uso del Telefonino e Distrazione alla Guida

Esiste una sola, semplice regola per distrarsi durante la guida: fare altro che non sia guidare.
Il concetto non è difficile e la sua comprensione è decisamente alla portata di tutti. Infatti, ciascun guidatore
esperto che si rispetti è abituato a fare un sacco di altre cose mentre è al volante. L’auto è diventata una sorta di salotto, dove possiamo ad esempio ascoltare musica e talvolta guardare perfino la TV, cercare il percorso più adatto sul navigatore, conversare col passeggero o al telefono cellulare, in vivavoce, tenendolo con una mano o tra la spalla e l’orecchio.
Insomma, durante la guida, la vera e propria pratica di guida è diventata un fattore d’importanza residuale rispetto agli altri.
A una prima, superficiale occhiata il problema pare non esistere perché nessuna delle azioni accessorie sopra
elencate sembra poter invalidare la pratica di guida.
La convinzione di ogni guidatore esperto è di essere talmente esperto da poter guidare in automatico, da poter coordinare mani e piedi, da poter valutare le condizioni della strada e prevedere le dinamiche del traffico unicamente con qualche sporadica occhiata alla strada, preferendo rivolgere ampiamente l’attenzione al display dell’autoradio o del navigatore, o al vano porta oggetti per cercare un CD, e così via.
Ma il nostro guidatore esperto ha ragione? Chi ha qualche anno di guida alle spalle può concedersi tutte queste pratiche accessorie senza danneggiare l’efficacia di una guida sicura, senza distrarsi dalla guida?
È chiaro, pratiche che portano il conducente a distogliere lo sguardo dalla strada, come appunto guardare il display dell’autoradio o del navigatore, possono intuitivamente apparire in termini di distrazione più minacciose delle altre e quindi possiamo eliminarle dalle nostre considerazioni senza rimpianto, marcandole a priori con l’etichetta di distraenti.
Ma parlare con un passeggero o al telefonino, che distrazione può portare?
Certo, l’avere una mano impegnata per tenere il cellulare all’orecchio sottrae la stessa mano alla pratica
di guida. Ma è anche vero che, nel momento in cui c’è da cambiare marcia o da girare il volante con entrambe
le mani, il telefonino può sempre essere incastrato tra spalla e orecchio ed ecco che magicamente il problema
dell’impedimento alla guida è risolto: gli occhi sono sempre rimasti fissi sulla strada e di distrazione alla guida neanche l’ombra!
Il reale problema è che si ritiene ingenuamente che distrarsi alla guida equivalga a distogliere lo sguardo dalla strada.
Ecco perché chi usa il cellulare al volante è sempre piuttosto scettico rispetto alla possibilità di rappresentare un pericolo per se stesso e per gli altri. E per sostenere questa posizione spesso controbatte: “perché parlare al telefonino dovrebbe essere più distraente che parlare col passeggero seduto a fianco?”
Gli studi suggeriscono diversi motivi possibili.
Uno studio condotto con un simulatore di guida ha mostrato che i guidatori che parlavano al cellulare tendevano maggiormente, rispetto a coloro che parlavano col passeggero, ad oltrepassare la linea di mezzeria o a “bucare” l’uscita che era stato loro chiesto di prendere.
Quando i ricercatori hanno poi analizzato la complessità delle conversazioni tenute, hanno scoperto che conducenti e passeggeri modulavano il discorso in risposta agli stimoli provenienti dall’esterno dell’auto.
Ad esempio, entrambi smettevano di parlare al presentarsi di un problema nel traffico, oppure il passeggero avvisava il conducente di un imminente pericolo.
Dall’altro lato, le conversazioni tenute al telefonino non risentivano molto delle condizioni del traffico: forse non è una sorpresa, dato che solo il conducente era realmente consapevole di quello che stava accadendo sulla strada…
Nel tentativo di eliminare l’impedimento fisico del tenere il telefono con la mano durante la guida, alcuni guidatori sono passati ai telefoni vivavoce, ma svariati studi hanno mostrato che i telefoni vivavoce sono altrettanto distraenti dei telefonini tradizionali. Da uno di questi studi è emerso che l’utilizzo di qualsiasi tipo di telefono alla guida produce un impedimento pari a quello osservato in conducenti in stato di ebbrezza.
E mentre alle persone piace pensare che il cervello sia Multi-Tasking, vale a dire che possa eseguire più compiti simultaneamente, la ricerca cognitiva suggerisce che il cervello tende invece a concentrarsi su un’attività alla volta, rallentando l’elaborazione degli altri stimoli provenienti dall’esterno.

venerdì 9 dicembre 2011

Esenzione tasse per auto e moto storiche: non serve iscrizione ASI o FMI

Agenzia Entrate , risoluzione 29 novembre 2011, n. 112
Per fruire dell'esenzione dal pagamento delle tasse automobilistiche per gli autoveicoli e i motoveicoli di particolare interesse storico e collezionistico non viene espressamente richiesta l’iscrizione del veicolo nei registri ASI (Automobilclub Storico Italiano) e FIM (Federazione Motociclistica Italiana).

Lo ha chiarito l'Agenzia delle Entrate con la Risoluzione 29 novembre 2011, n. 112.

Il provvedimento spiega infatti che i dettami dell’articolo 60, comma 4, del Codice dalla Strada secondo cui rientrano nella categoria dei motoveicoli e autoveicoli di interesse storico e collezionistico tutti quelli di cui risulti l’iscrizione in uno dei seguenti registri: ASI, Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI non esplicano effetti in ordine alla individuazione, sotto il profilo fiscale, dei veicoli di particolare interesse storico e collezionistico disciplinati dall’articolo 63, comma 2, della legge 21 novembre 2000, n. 342.

Ciò -continua sempre l'Agenzia delle Entrate- trova infatti conferma anche nella sentenza della Corte Costituzionale del 23 dicembre 2005, n. 455 che in relazione all’articolo 60, comma 4, del Codice della Strada, afferma che tale disposizione individua i veicoli di interesse storico collezionistico al solo fine di regolarne la circolazione stradale (…) e non può estendersi al diverso ambito settoriale dell’esenzione dalla tassa automobilistica sia perché tale esenzione trova una compiuta e specifica disciplina nel citato articolo 63, sia perché la norma agevolativa fa riferimento ai veicoli di “particolare” interesse storico e collezionistico non a quelli di mero interesse storico e collezionistico.

Ad ASI e FMI è rimessa dunque solo l'individuazione dei requisiti soggettivi e oggettivi necessari a qualificare un veicolo di interesse storico collezionistico.

L'Agenzia delle Entrate ritiene dunque che possano beneficiare del regime agevolativo i veicoli di particolare interesse storico e collezionistico ultraventennali di proprietà di soggetti, associati o meno all’ASI o alla FMI, se compresi nelle determinazioni annuali predisposte da tali enti, in base alle caratteristiche precisate dal comma 2, lettere a), b), c) del citato articolo 63 (veicoli costruiti per le competizioni; veicoli costruiti a scopo di ricerca tecnica o estetica, anche in vista di partecipazione ad esposizioni o mostre; veicoli che pur non appartenendo alle predette categorie rivestano un particolare interesse storico o collezionistico in ragione del loro rilievo industriale, sportivo, estetico o di costume).

martedì 6 dicembre 2011

Strade sicure - Young Europe: un film da vedere Se riuscirà ad arrivare nelle sale

Non si sa ancora se Young Europe sarà distribuito normalmente nelle sale. Non perché non sia un film degno di andarci, ma perché quello della distribuzione cinematografica è un mondo difficile, dove c'è poco spazio per opere di giovani che non mettono sul piatto tanti soldi (anzi, lo hanno girato in un mese con tanti apporti gratuiti o quasi e se l'è montato personalmente il regista, Matteo Vicino) o la certezza di grandi incassi al botteghino. Così per adesso Young Europe resterà nell'ambito per il quale è stato pensato: le proiezioni nelle scuole, nell'ambito della campagna Icaro che lo ha partorito. Peccato: io l'ho visto al cinema ieri sera alla prima italiana organizzata per gli addetti ai lavori e devo dire - da profano, non essendo attrezzato per fare il critico cinematografico - che ho passato una serata piacevole come quelle poche volte in cui al cinema posso andarci nel tempo libero. Infatti, è una pellicola che scorre via bene: densa ma digeribile.
Non era facile farla così. Per tanti motivi. Fermiamoci ai primi due. Il primo è che non è facile fare arte (gradevole, per giunta) parlando di certi argomenti cupi e distanti dal sentimento comune: per la cultura dominanti anche tra tanta gente di rango e livello, gli incidenti stradali sono visti solo come fatalità inevitabili e quindi le iniziative per evitarli sono tutte noiose. Il secondo motivo è che non è facile far convivere le esigenze artistiche con quelle della Polizia stradale che deve portare alla gente il suo messaggio istituzionale e degli psicologi universitari che devono dare un contenuto convincente a questo messaggio. Senza contare la Fondazione Ania, che ha contribuito all'iniziativa.


La sensazione è che si sia riusciti a conciliare tutto, lasciando fuori anche cose di solito inevitabili come gelosie, piccoli e grandi giochi di potere ed eccessi di zelo. Come quello che avrebbe potuto tranquillamente far tagliare una frase rivelatrice e pesante per i tempi in cui il film è stato girato (quelli del berlusconismo degli ultimi due anni, arroccato contro gli attacchi che si moltiplicavano di giorno in giorno), in cui il protagonista più negativo del film, un imprenditore rampantino, spiega alla segretaria che in Italia per quelli come lui è possibile non pagare i fornitori, perché è un Paese in cui c'è la libertà.


Già questa scena vi dice che di incidenti si parla solo di striscio. Ma se ne parla in un modo che lascia il segno. Perché si vede o s'intuisce quasi tutto ciò che c'è attorno (manca solo il male che non di rado possono fare le carenze della strada, rendendo mortali incidenti anche banali: un tema scabroso). Non solo alcol, droga e velocità (come spesso abbiamo stupidamente insegnato alla gente negli ultimi anni, semplificando e deresponsabilizzandola sugli altri comportamenti), ma anche sfortuna (ma di quelle evitabili rispettando le regole e guidando con la dovuta attenzione). Gli incidenti hanno intorno soprattutto la disperazione di chi resta, preannunciata dal respiro trattenuto dai poliziotti mandati ad avvisare i parenti delle vittime (poliziotti veri anche nel film e bravi, perché recitavano una parte che devono sostenere nella realtà ogni giorno, pesantissima nonostante l'abitudine, perché lo strazio di un parente è sempre diverso e sempre lacerante, più che vedere il cadavere della vittima). Cose già note, ma un conto è leggerle in questo blog o - più spesso - nel sito dell'Asaps, ben altro conto è vederle in un paio di brevi scene ben fatte come quelle di Young Europe.


Brevi scene perché il film è veloce, fatto apposta per evitare che i ragazzi si annoino (quando succede, oggi è peggio di ieri perché possono evadere facilmente pur restando seduti, con lo smartphone). Quindi ritmo e tanta (forse troppa, a volte) musica, di quella fatta per i giovani e di quella che sentono i loro genitori 40-50enni. Sì, perché si parla anche di rapporto genitori-figli, di divertimento e piacere (non necessariamente alcol e droga) e di tanto altro. Di vita, insomma. Senza cadere negli eccessi opposti che sono dietro l'angolo in operazioni del genere: bacchettonismo e volgarità. I messaggi istituzionali della Polizia si vedono esplicitamente solo un paio di volte, l'assertività degli psicologi-insegnanti pure. In mezzo, tanti altri messaggi, ma non riconoscibili come tali perché presentati come quelli ci lasciano gli artisti nei film belli.


Per questo Young Europe merita di arrivare nelle sale
.