«Partiamo
da un punto molto semplice: il colpo di frusta cervicale
non
è una patologia, è un meccanismo di accelerazione-decelerazione
con
trasferimento di energia al collo. Avviene in seguito a collisione
tra
autoveicoli, principalmente con modalità d’impatto posteriore».
Così
Andrea Costanzo, Professore di Ortopedia e Traumatologia
all’
Università di Roma “La Sapienza”, docente di Traumatologia
della
Strada nelle Università di Roma “La Sapienza” e nell’Università
di
Bologna, inizia la sua spiegazione sul delicato problema del
colpo
di frusta.
“Delicato”
perché come spiega lui stesso “la diagnosi è sempre distrazione
dei
muscoli lunghi del collo, distorsione cervicale con
presenza
o meno di interessamento neurologico, lussazione e o
frattura
vertebrale, ecc.. Ma per porre quindi una diagnosi di una
patologia
dovuta a questo meccanismo di azione è fondamentale
visitare
a fondo il paziente».
Costanzo
non è solo un professore esperto in materia ma vanta
anche
un’incredibile esperienza nel settore (è stato consulente di
Ortopedia
e Traumatologia per circa trent’anni presso gli Istituti
di
Clinica Pediatrica e di Puericultura dell’Università di Roma
“La
Sapienza”. È Presidente della Società Italiana di Traumatologia
della
Strada e della Commissione Sanità della LIDU (Lega Italiana
dei
Diritti dell’Uomo, membro della FIDH - Federation Internationale
des
Droits de l’Homme), e membro della AAAM (Association for
the
Advancement of Automotive Medicine), in cui ha fatto parte
del
“Board of Directors”. Membro della Consulta Nazionale della
Sicurezza
Stradale (CNEL), del “Comitato del Ministero degli
Affari
Esteri per gli Ospedali Italiani e Centri di Cura con Partecipazione
Italiana
all’Estero”, del Comitato Tecnico Interministeriale
Ministero
della Salute e della Infrastrutture e dei Trasporti per
l’informazione
sulla guida di veicoli a motore per persone con disabilità
fisica.
Membro
esperto del Consiglio Superiore di Sanità e del CCM
(sottocomitato
scientifico “Salute e Incidenti Stradali”), del
Ministero
della Salute).
E
la sua analisi quindi è particolarmente interessante: «La valutazione
di
un danno attribuito al meccanismo del colpo di frusta cervicale
–
spiega il luminare - rientra tra i compiti specifici del medico che
deve
definire in termini qualitativi e quantitativi la sintomatologia
soggettiva
e l’obiettività del traumatizzato. La valutazione complessiva
del
danno alla persona deve essere quindi formulata in
prima
battuta dal medico che ha osservato per la prima volta il
traumatizzato
e cioè dal medico di pronto soccorso, che dopo un
attento
esame clinico e radiografico può formulare una diagnosi,
inserendo
la patologia rilevata in una classificazione ben articolata
secondo
un protocollo già sperimentato ed adottato nei paesi più
sviluppati
del mondo occidentale.
Dopo
la prima settimana di trattamento il paziente va rivisto e riformulata
la
diagnosi secondo il solito protocollo. Si tratta della
WAD
(Wiplash Associated Disorders), una tabella che consta di
quattro
gradi. Nei primi due gradi si classificano i casi con una
sintomatologia
dolorosa senza interessamento neurologico, ( in
questi
casi la prognosi è fausta e non si possono avere sequele medico-
legali
a carattere permanente). Nel terzo grado si evidenzia
un
interessamento neurologico e nel quarto grado fratture e
lussazioni
cervicali ( in questi due ultimi gradi il danno a carattere
permanente
è esistente)».
Il
risultato? «Dalla disamina di oltre 10.000 cartelle cliniche
codificate
col metodo WAD dai medici canadesi – spiega ancora il
professore
– è risultato che nell’85% di questi traumi si è verificata
la
guarigione completa senza alcun postumo a carattere permanente.
Una
indagine diretta su 200 pazienti vistati al Pronto Soccorso del
Policlinico
Umberto I Università di Roma “La Sapienza” utilizzando
la
metodologia canadese della WAD, e poi ricontrollati con la
stessa
metodologia, dopo dieci sedute di adeguato trattamento
chinesiterapico,
nell’85% si è potuta riscontrare la guarigione.
E’
comunque certo che in terza battuta il medico legale disporrà di
un
fondamentale ausilio, perché grazie ad esso gli sarà più facile
individuare
false sintomatologie riferite da alcuni soggetti per
ottenere
un indebito risarcimento.
Per
quanto riguarda la durata della malattia, nella letteratura
mondiale
si riscontra che:
il
50% dei soggetti traumatizzati torna alle normali attività entro
un
mese.
Il
16% si assenta dal lavoro per un periodo variabile da 2 a 6 mesi.
Il
12,5 si assenta dal lavoro per oltre 6 mesi.
L’
1,5% si assenta dal lavoro per oltre un anno.
Il
15, 3% dei soggetti con lesioni multiple si assenta dal lavoro per
oltre
6 mesi.
Un
altro dato importante è quello che in caso di controversie
quando
il medico legale non riscontri alcun segno di lesione sia
indotto
ad acquisire i dati tecnici dell’incidente nel presupposto
che
da essi si può ricavare qualche utile indicazione.
Concludendo,
per una corretta indicazione sul danno alla persona
riportato
in occasione di incidente automobilistico, col meccanismo
del
colpo di frusta cervicale si propone:
1
- l’osservazione clinica e radiografica del paziente da parte del
medico
con la codificazione WAD al Pronto Soccorso, ripetuta
dopo
sette giorni di trattamento medico e/o con collare e quindi
ancora
dopo dieci sedute di kinesiterapia.
2
- La disponibilità dei dati tecnici dell’incidente e le foto dei
mezzi
ove si possa rilevare il danno alle carrozzerie».