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venerdì 23 marzo 2012

I NOSTRI RAGAZZI ALLA GUIDA? SPROVVEDUTI E POCO INFORMATI

Sprovveduti e poco informati. I ragazzi italiani alla guida non sono abituati a rispettare il Codice della strada. È quanto emerge dai risultati del progetto scuole 2011/2012 di Goodyear Dunlop, realizzato in collaborazione con Polizia di Stato e con il patrocinio dei ministeri dell’Interno e della Giovent— e presentato oggi a Roma. Un’iniziativa che ha coinvolto 12 mila studenti. I loro comportamenti alla guida delle minicar ricordano troppo da vicino quelli dei «grandi»: il 33% ignora i rischi dell’uso del cellulare alla guida e, anche tra chi si avvale di sistemi previsti dal Codice della Strada, molti lo fanno in modo non consono, come il 23% dei ragazzi che dichiarano di indossare l’auricolare solo quando riceve una chiamata, e non prima di mettersi alla guida. Sul tema dei comportamenti alcol correlati, l’89% Š consapevole dell’importanza di non guidare dopo aver assunto alcolici, ma molti continuano a sottovalutare la pericolosit… di alcune azioni e a interpretare in modo sbagliato la tolleranza alcolica zero prevista per i neopatentati (9%). L’ambito della manutenzione dei mezzi Š indubbiamente il meno conosciuto dai ragazzi: il 34% sbaglia relativamente all’usura dei pneumatici e il 25% in merito alla manutenzione dell’auto. Il progetto ha coinvolto le classi IV e V delle secondarie da novembre 2011 a marzo 2012, raggiungendo 80 istituti, 595 classi e 12.218 studenti di tre regioni italiane (Lombardia, Lazio e Puglia). In particolare, nel Lazio hanno partecipato 20 istituti di tutte e cinque le provincie, coinvolgendo 2.699 studenti tra i 17 e i 19 anni in 80 lezioni dedicate alla sensibilizzazione sul tema della sicurezza in strada. «L’iniziativa – ha detto Luca Crepaccioli, presidente e Ad di Goodyear Dunlop Italia – risponde a una reale esigenza formativa dei giovani: solo se i ragazzi imparano da subito a rispettare le regole della strada, per la tutela della propria sicurezza e di quella altrui, potranno diventare automobilisti responsabili. Il gradimento dimostrato attraverso una indagine condotta sugli insegnanti aderenti al progetto ci sprona a estendere questa iniziativa a un numero sempre maggiore di studenti negli anni a venire adempiendo ad un principio cardine della nostra responsabilità… d’impresa: la sicurezza stradale».

Per la Cassazione la cessione del credito RC Auto è legale

La terza sezione civile della Cassazione, con sentenza numero 3965 del 25 gennaio 2012 e pubblicata in data13 marzo, ha sancito che la cessione del credito nell'ambito del risarcimento danni RC-AUTO è legale. Il credito per il danno materiale subito dall'auto in seguito all'incidente può essere ceduto dal danneggiato ad un terzo, mentre restano invece escluse le lesioni fisiche. Elemento importante è che il cessionario può essere il carrozziere, incaricato dal danneggiato alla riparazione del veicolo e che quindi potrà farsi carico di citare in giudizio il responsabile dell'incidente e la relativa Compagnia Assicuratrice. Per cui, sempre secondo la Cassazione, non esiste alcun vincolo giuridico alla cessione del credito.L'interpretazione relativa all'articolo 18 della legge 990 del 1969, presente nel recente Codice delle assicurazioni, vale per i crediti con riferimento al danno corporale ovvero alle lesioni fisiche. Dal momento in cui la cessione del credito tra il danneggiato e l'autoriparatore viene formalizzata, quest'ultimo è legato da un nesso di causalità con il sinistro, quindi ha il dovere di provvedere all'intervento riparativo così come il diritto di ricevere il risarcimento delle spese dal danneggiante e dalla relativa Compagnia Assicuratrice. Per il danneggiato e per l'autoriparatore, la cessione del credito si dimostra uno strumento valido, prezioso e considerata la crisi economica di forte attualità

RC auto e condominio: è obbligatoria la mediazione


mediazione_civileIl 20 marzo 2012, è una data “spartiacque” per la gestione del contenzioso in materia civile: tutte le controversie in materia condominiale e di rc auto e natanti dovranno passare per il tentativo obbligatorio di mediazione prima di poter approdare (se necessario) in Tribunale. Per questi due settori, notoriamente molto litigiosi e complicati, si era ritenuto opportuno posticipare di un anno l’introduzione di tale obbligo, soprattutto per adeguare le modalità della procedura alle peculiarità delle liti tra vicini e per incidenti stradali. Probabilmente un simile “adeguamento” non è ancora stato predisposto. Fatto sta che, secondo le stime del Ministero della Giustizia, da oggi il carico di cause pendenti davanti ai Tribunali italiani si alleggerirà di molto: oltre 300 mila controversie in più andranno in mediazione. Quindi, per i casi di mancato di indennizzo diretto, l’assicurato potrà chiamare in mediazione la propria assicurazione, una volta trascorsi i 60 dalla ricezione della proposta risarcitoria formulata dalla compagnia. Ricordiamo, però, che tale termine è di 90 giorni quando si tratta di danni fisici alla persona, mentre si riduce a 30 giorni quando i soggetti coinvolti nel sinistro hanno compilato e sottoscritto il modulo di constatazione amichevole.

giovedì 1 marzo 2012

FRODI ASSICURATIVE. LA CLASSIFICA VEDE CAMPANIA E PUGLIA DAVANTI A TUTTE.


“Una volta a Napoli un anziano morto da poco è stato gettato sotto un autobus, per far credere che avesse perso la vita nell’incidente e incassare il risarcimento”. Antonio Coviello insegna Economia e gestione delle imprese assicuratrici alla Seconda Università di Napoli. Di frodi ne ha viste tante: in passato è stato ufficiale della Finanza.Le storie che ci racconta rappresentano bene il vasto e “fantasioso” mondo delle truffe ai danni delle assicurazioni auto. Un mondo a cui il governo Monti ha dichiarato guerra: il decreto liberalizzazioni inasprisce le pene (fino a cinque anni di carcere) ed elimina i rimborsi per le lesioni di lieve entità non provate da un “accertamento clinico strumentale obiettivo”. L’obiettivo è ridurre le frodi, diffuse in tutta Italia ma più ricorrenti al Sud e in particolare in Campania e Puglia (VEDI CLASSIFICHE AL TERMINE DELL’ARTICOLO).


“Sempre a Napoli è stata scoperta una persona che aveva testimoniato su incidenti diversi per più di 400 volte in un anno – ricorda Coviello. – E a Caserta c’era una banda di nigeriani che si procurava in Africa radiografie di fratture e le portava a testimonianza di presunti infortuni subiti in Italia”.
Il professore cita molti episodi avvenuti in Campania perché è lì che vive, ma forse anche perché è la regione dove avvengono più truffe di questo tipo. Gli ultimi dati forniti dall’Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici(che a sua volta li ha ricevuti dall’Isvap, l’istituto che vigila sul settore) riguardano il 2010, quando in tutta Italia ci sono stati 69.763 “sinistri connessi con reati”: di questi, 25.789 – oltre un terzo - in Campania. Seguono a distanza Puglia (10.821), Sicilia (7.207), Lazio (6.037), Lombardia (4.603) e Calabria (3.173).
Le cifre sono influenzate dalla quantità di abitanti delle singole regioni: più è alto il numero degli automobilisti, più è probabile che si alzi quello delle truffe. Il confronto ha più senso se si considera la percentuale di “incidenti con frode” sul totale dei sinistri. I primi due posti non cambiano: guida la Campania con il 9,58%, seconda la Puglia con il 5,93%. Subito dietro Calabria (4,15%) e Sicilia (2,84%). Sopra la media nazionale, che è del 2,3%, ci sono anche il Molise (dove le truffe sono cresciute di quasi il 120% tra 2009 e 2010!) e la Basilicata.
La frode assicurativa resta comunque un vizio di tutto il Paese. Coviello fa gli esempi di Ravenna, che ha fatto segnare un record di false certificazioni per colpi di frusta, e Prato, dove avviene il maggior numero di sinistri. “Il segreto è chiedere piccoli risarcimenti – spiega il professore. - Anche se c’è il sospetto che si tratti di una truffa, spesso conviene più pagare che investigare”.
Non a caso le compagnie pensano che le cifre Isvap siano sottostimate, perché documentano solo le frodi accertate. Le regioni più virtuose sono Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, che insieme hanno fatto registrare 293 incidenti con truffa: un dato di 88 volte inferiore a quello della sola Campania. La notizia migliore riguarda tutta l’Italia: tra il 2009 e il 2010 i sinistri con frode sono scesi di quasi il 14%. Il governo punta a farli calare ancora. La sfida con la “creatività” dei truffatori è appena iniziata.


INCIDENTI CON FRODE AVVENUTI NEL 2010:


1 - Campania 25.789
2 - Puglia 10.821
3 - Sicilia 7.207
4 - Lazio 6.037
5 - Lombardia 4.603
6 - Calabria 3.173
7 - Piemonte 2.355
8 - Toscana 2.134
9 - Veneto 1.265
10 - Emilia-Romagna 1.517
11 - Liguria 1.422
12 - Sardegna 802
13 - Basilicata 645
14 - Abruzzo 634
15 - Marche 524
16 - Molise 378
17 - Umbria 164
18 - Friuli Venezia Giulia 144
19 - Trentino-Alto Adige 131
20 - Valle d’Aosta 18


PERCENTUALE DI FRODI SUL TOTALE DEGLI INCIDENTI:


1 - Campania 9,58%
2 - Puglia 5,93%
3 - Calabria 4,15%
4 - Sicilia 2,84%
5 - Molise 2,66%
6 - Basilicata 2,52%
7 - Lazio 1,68%
8 - Liguria 1,47%
9 - Abruzzo 0,98%
10 - Piemonte 0,96%
11 - Sardegna 0,95%
12 - Toscana 0,95%
13 - Lombardia 0,89%
14 - Emilia-Romagna 0,71%
15 - Marche 0,70%
16 - Veneto 0,65%
17 - Umbria 0,36%
18 - Trentino-Alto Adige 0,33%
19 - Friuli Venezia Giulia 0,32%
20 - Valle d’Aosta 0,29%

Indenizzo specifico: la 10a Commissione accontana l'art. 29

ll’esame della 10° Commissione delle Industria e Commercio ieri mattina, sotto la presidenza del senatore Cursi, sono stati affrontati alcuni emendamenti circa l'ultimo decreto legge "Cresci Italia", tra i quali l'articola 29, comma 2 che sanciva la facoltà alla compagnie di assicurazioni di offrire, nel caso di danni alle cose, il risarcimento in forma specifica mentre  per il risarcimento equivalente veniva introdotta una franchigia pari  al 30%. Con la seduta di ieri mattina della  X Commissione permanente, il senatore BERSELLI (PdL), confermava il parere contrario espresso dalla Commissione giustizia in ordine all'articolo 29. Il sottosegretario DE VINCENTI chiedeva alla Presidenza di disporre l'accantonamento dell'articolo 29, che pertanto a tutti gli effetti veniva accantonato.

Il governo vara un nuovo reato Omicidio stradale a chi guida ubriaco

L'annuncio del ministro Passera:
"Si configura se si ha tasso alcolemico sopra 1,5% o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti"

L’ipotesi di introdurre nel codice penale il reato di ’Omicidio stradale', accompagnata da 57mila firme raccolte in una proposta di iniziativa popolare, continua a far discutere i giuristi. Di certo c’è che gli oltre 70 interventi in venti anni sul Codice della strada, molti dei quali fatti per rispondere a «emergenze sociali», rendono necessario un intervento complessivo. Di questo è convinto il ministro alle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera, per il quale una legge delega potrebbe essere pronta entro l’estate, e che oggi, davanti alla Commissione Trasporti della Camera, ha detto che non è più attuale «la sostanziale impunità» per chi uccide mettendosi alla guida ubriaco o drogato. Parole che non possono che far piacere a Stefano Guarnieri, presidente dell’Associazione dedicata al figlio Lorenzo, morto a 17 anni nella notte tra il 1 e il 2 giugno 2010, dopo essersi scontrato, in sella al suo scooter a Firenze, con una Vespa condotta da un 45enne risultato poi ubriaco e positivo alla cannabis. Guarnieri fu il primo a lanciare l’idea dell’omicidio stradale e dell«ergastolò della patente. »Il segnale di attenzione« venuto dal ministro è importante dice, perchè »occorre affrontare una delle piaghe della nostra societa«. E anche il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, primo firmatario della proposta di legge popolare appoggiata dall’Asaps, l’associazione dei sostenitori polstrada, dall’Associazione Gabriele Borgogni e da Palazzo Vecchio, giudica positivo «il fatto che il Governo voglia stringere i tempi».

Proprio l’introduzione del reato di omicidio stradale, e l'ergastolò della patente, sono le novità che il governo sta approfondendo, in particolare dopo la presentazione della proposta di legge delega avanzata dal presidente della Commissione Trasporti Mario Valducci nonostante che, spiega Passera restino «alcune perplessità sulla modalità e la creazione del reato». Da 8 a 18 anni la pena che potrebbe essere proposta, fino all’arresto in flagranza. Ancor meno del reato, sul quale vengono valutati i codici degli altri Paesi europei, Passera sembra convinto dell«ergastolò della patente, »una proposta che appare unica nel suo genere in tutto il territorio Ue e che potrebbe risolversi in pregiudizio della libertà di circolazione« ha aggiunto. Che ci possano essere delle perplessità non si meraviglia neppure Renzi, che dice di non essere attaccato per forza al testo sul quale sono state raccolte 57mila firme: «l’importante è che il governo ne discuta e il Parlamento approvi la legge entro questa legislatura».

Un obiettivo che spera venga raggiunto anche il procuratore aggiunto di Bologna Valter Giovannini, un ’pioniere' in questo campo: nel 2007 contestò l’omicidio volontario (con dolo eventuale) a un uomo, nel cui sangue c’era un tasso alcolemico 5 volte superiore al limite oltre a tracce di cannabis e oppio, che in un frontale uccise un altro automobilista. E se l’Asaps è soddisfatta della novità, Guarnieri spera che si arrivi a una soluzione «in modo da dare giustizia alle vittime, spesso giovani, e alle famiglie».