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lunedì 19 dicembre 2011

Pneumatici e neve....facciamo chiarezza

Cerchiamo di fare chiarezza sui pneumatici invernali (velocità, M+S, Fiocco di neve (snowflake)), catene da neve, ragni da neve, auto a trazione integrale, calze da neve
Con le ordinanze pneumatici invernali, regioni, provincie e comuni sanciscono l’obbligo di circolazione con mezzi idonei ad una guida su strade “invernali”. Una volta vigeva unicamente l’obbligo di circolazione con catene a bordo, ma dall’anno scorso, visti i grandi progressi in termini di ricerca e sviluppo, gli pneumatici invernali sono stati definitivamente equiparati in tutto e per tutto alle catene da neve.
In quest’articolo cerchiamo di dare risposta alle numerose mail ricevute circa gli equipaggiamenti e le norme da rispettare.
Secondo la normativa italiana solamente gli pneumatici M+S o chiodati sono in grado di sostituire le catene da neve. L’articolo 122 – comma 8 del Regolamento CDS (Codice della Strada) recita: “Il segnale catene per neve deve essere usato per indicare l’obbligo di circolare, a partire dal punto di impianto del segnale, con catene da neve o con pneumatici da neve…”. Il Ministero dei Trasporti ha quindi sottolineato la perfetta uguaglianza in ogni condizione, tra l’uso dei pneumatici invernali (gomme termiche) e le catene da neve montate.
Per essere considerati pneumatici invernali, le gomme devono NECESSARIAMENTE essere contraddistinte dalla marcatura M&S, MS, M-S, M+S. Solo pneumatici invernali M+S possono essere considerati equivalenti alle catene da neve omologate e quindi in grado di rispettare gli obblighi di legge. Gli  pneumatici invernali presentano anche un simbolo rappresentante un fiocco di neve racchiuso nel profilo di una montagna, simbolo denominato SNOWFLAKE. Questo simbolo indica che la gomma è uno pneumatico WINTER e segue la normativa richiesta dal mercato USA. In Italia lo snowflake, non è obbligatoria: l’unica indicazione valida è M+S.


Codici di Velocità
La Direttiva Europea 92/23/CE riguardante l’utilizzo di pneumatici invernali prevede la possibilità di utilizzare, a parità di misura, un codice di velocità inferiore a quella omologata sul libretto di circolazione. Tuttavia il codice minimo utilizzabile è il codice Q= 160 km/h. Equipaggiando il mezzo con gomme caratterizzate da codice Q, dovrete necessariamente apporre sul vetro della vostra auto un apposito “adesivo” di avvertimento atto a ricordare che si sta circolando con gomme a basso indice di velocità.

A che velocità corrispondono le lettere che indicano i codici di velocità?
Q: fino a 160 Km/h
R: fino a 170 Km/h
S: fino a 180 Km/h
T: fino a 190 Km/h
H: fino a 210 Km/h
V: fino a 240 Km/h
ZR: oltre i 240 Km/h

Il Libretto di Circolazione e le M+S
È possibile altresì equipaggiare la vettura con pneumatici invernali di qualsiasi misura tra quelle indicate nella carta di circolazione, anche se vengono riportate misure con marcatura M+S, riservate ai winter.
Ma chi ha una vettura 4×4 come si deve comportare?
Per il Codice della strada non è sufficiente guidare un’auto, un SUV, un mezzo con 4 ruote motrici: anche le vetture caratterizzate da trazione integrale devono essere equipaggiate con appositi mezzi anti-neve (gomme invernali o catene neve).

Catene da neve ed “Auto Non catenabili”
Le catene da neve sono un mezzo economico ed estremamnete utilizzato per vincere il problema neve. Tuttavia, negli ultimi anni, con l’aumento delle dimensioni del gruppo ruota (cerchio + gomma), molte case automobilistiche indicano sul Libretto di Circolazione alcune misure non catenabili. In questo caso l’unica soluzione restano gli pneumatici invernali. Ciò vale anche per le catene da neve a montaggio frontale (i ragni da neve), che, se NON riportati come omologati ed accettati sul Libretto di Circolazione non possono essere equipaggiate e non sono accette per legge proprio perché non omologate per quella determinata vettura.

Stop alle catene da neve non conformi o non certificate; le tanto amate catene per neve, salvezza di chi era solito viaggiare per luoghi ad alto rischio di nevicate, da ora in poi le catene neve dovranno essere certificate in maniera precisa e dettagliata
La sicurezza su terreni con poca aderenza è da sempre motivo di discussione. Le catene da neve sono state per lungo tempo la vera salvezza di chi era solito viaggiare per luoghi ad alto rischio di nevicate e da ora dovranno essere certificate in maniera diversa e molto più precisa. Come specificato dal decreto del Ministero dei Trasporti del 10 maggio scorso, infatti, da alcune settimane è entrata in vigore la nuova norma di sicurezza UNI 11313, che va a sostituire la vecchia DM 13.3.2002. La nuova norma si applica, secondo codice della strada, ai veicoli di categoria M1 (veicoli per il trasporto passeggeri fino a otto posti più conducente), N1 (veicoli per trasporto merce con massa non superiore a 3,5 tonnellate), O1 (rimorchi con massa fino a 0,75 tonnellate) e O2 (rimorchi con massa oltre le 0,75 tonnellate e fino a 3,5 tonnellate). La norma prevede che le catene da neve debbano essere conformi alle nuove regole imposte, oppure il costruttore deve almeno garantire un livello di sicurezza ed efficacia equivalente. Secondo il decreto legge, nel caso si facciano acquisti all’estero, la norma è compatibile con la ONORM V5117 del governo austriaco. Su tutte le catene da neve sarà obbligatorio apporre il marchio di conformità aggiornato alla UNI 11313.
Il decreto specifica però che fino al 31 marzo del 2013 sarà ancora possibile commerciare e acquistare catene con marchio DM 13.3.2002. Questa norma, comunque, verrà definitivamente abrogata a partire dal 1 aprile 2013, quindi per allora sarà necessario aver esaurito tutte le scorte di catene risalenti alla precedente regolamentazione, dato che queste non potranno più essere vendute
 

Calze da NeveStesso discorso per le Calze da Neve, reti in materiale sintetico vanno a calzare la gomma permettendo di muoversi sui fondi più difficili. Pur garantendo buona motricità per il Codice della Strada le calze da neve NON sono equiparate ai pneumatici M+S e alle catene da neve.


La legge ed i Pneumatici chiodati
Le gomme chiodate, in Italia si possono utilizzare da 15 di novembre al 15 di marzo (fatta eccezione per ulteriori deroghe stradali). Gli pneumatici devono essere caratterizzati da chiodi  non più sporgenti di 1,5 mm (massimo 80 – 160 chiodi su ogni pneumatico) e devono necessariamente essere montati su tutte le 4 ruote. La velocità masisma raggiungibile con pneumatici chiodati è pari a 120 Km/h in autostrada e 90 Km/h su strade statali. Al posteriore una vettura con gomme chiodate deve essere equipaggiata anche con appositi paraspruzzi.

lunedì 12 dicembre 2011

Guida alla Distrazione: Uso del Telefonino e Distrazione alla Guida

Esiste una sola, semplice regola per distrarsi durante la guida: fare altro che non sia guidare.
Il concetto non è difficile e la sua comprensione è decisamente alla portata di tutti. Infatti, ciascun guidatore
esperto che si rispetti è abituato a fare un sacco di altre cose mentre è al volante. L’auto è diventata una sorta di salotto, dove possiamo ad esempio ascoltare musica e talvolta guardare perfino la TV, cercare il percorso più adatto sul navigatore, conversare col passeggero o al telefono cellulare, in vivavoce, tenendolo con una mano o tra la spalla e l’orecchio.
Insomma, durante la guida, la vera e propria pratica di guida è diventata un fattore d’importanza residuale rispetto agli altri.
A una prima, superficiale occhiata il problema pare non esistere perché nessuna delle azioni accessorie sopra
elencate sembra poter invalidare la pratica di guida.
La convinzione di ogni guidatore esperto è di essere talmente esperto da poter guidare in automatico, da poter coordinare mani e piedi, da poter valutare le condizioni della strada e prevedere le dinamiche del traffico unicamente con qualche sporadica occhiata alla strada, preferendo rivolgere ampiamente l’attenzione al display dell’autoradio o del navigatore, o al vano porta oggetti per cercare un CD, e così via.
Ma il nostro guidatore esperto ha ragione? Chi ha qualche anno di guida alle spalle può concedersi tutte queste pratiche accessorie senza danneggiare l’efficacia di una guida sicura, senza distrarsi dalla guida?
È chiaro, pratiche che portano il conducente a distogliere lo sguardo dalla strada, come appunto guardare il display dell’autoradio o del navigatore, possono intuitivamente apparire in termini di distrazione più minacciose delle altre e quindi possiamo eliminarle dalle nostre considerazioni senza rimpianto, marcandole a priori con l’etichetta di distraenti.
Ma parlare con un passeggero o al telefonino, che distrazione può portare?
Certo, l’avere una mano impegnata per tenere il cellulare all’orecchio sottrae la stessa mano alla pratica
di guida. Ma è anche vero che, nel momento in cui c’è da cambiare marcia o da girare il volante con entrambe
le mani, il telefonino può sempre essere incastrato tra spalla e orecchio ed ecco che magicamente il problema
dell’impedimento alla guida è risolto: gli occhi sono sempre rimasti fissi sulla strada e di distrazione alla guida neanche l’ombra!
Il reale problema è che si ritiene ingenuamente che distrarsi alla guida equivalga a distogliere lo sguardo dalla strada.
Ecco perché chi usa il cellulare al volante è sempre piuttosto scettico rispetto alla possibilità di rappresentare un pericolo per se stesso e per gli altri. E per sostenere questa posizione spesso controbatte: “perché parlare al telefonino dovrebbe essere più distraente che parlare col passeggero seduto a fianco?”
Gli studi suggeriscono diversi motivi possibili.
Uno studio condotto con un simulatore di guida ha mostrato che i guidatori che parlavano al cellulare tendevano maggiormente, rispetto a coloro che parlavano col passeggero, ad oltrepassare la linea di mezzeria o a “bucare” l’uscita che era stato loro chiesto di prendere.
Quando i ricercatori hanno poi analizzato la complessità delle conversazioni tenute, hanno scoperto che conducenti e passeggeri modulavano il discorso in risposta agli stimoli provenienti dall’esterno dell’auto.
Ad esempio, entrambi smettevano di parlare al presentarsi di un problema nel traffico, oppure il passeggero avvisava il conducente di un imminente pericolo.
Dall’altro lato, le conversazioni tenute al telefonino non risentivano molto delle condizioni del traffico: forse non è una sorpresa, dato che solo il conducente era realmente consapevole di quello che stava accadendo sulla strada…
Nel tentativo di eliminare l’impedimento fisico del tenere il telefono con la mano durante la guida, alcuni guidatori sono passati ai telefoni vivavoce, ma svariati studi hanno mostrato che i telefoni vivavoce sono altrettanto distraenti dei telefonini tradizionali. Da uno di questi studi è emerso che l’utilizzo di qualsiasi tipo di telefono alla guida produce un impedimento pari a quello osservato in conducenti in stato di ebbrezza.
E mentre alle persone piace pensare che il cervello sia Multi-Tasking, vale a dire che possa eseguire più compiti simultaneamente, la ricerca cognitiva suggerisce che il cervello tende invece a concentrarsi su un’attività alla volta, rallentando l’elaborazione degli altri stimoli provenienti dall’esterno.

venerdì 9 dicembre 2011

Esenzione tasse per auto e moto storiche: non serve iscrizione ASI o FMI

Agenzia Entrate , risoluzione 29 novembre 2011, n. 112
Per fruire dell'esenzione dal pagamento delle tasse automobilistiche per gli autoveicoli e i motoveicoli di particolare interesse storico e collezionistico non viene espressamente richiesta l’iscrizione del veicolo nei registri ASI (Automobilclub Storico Italiano) e FIM (Federazione Motociclistica Italiana).

Lo ha chiarito l'Agenzia delle Entrate con la Risoluzione 29 novembre 2011, n. 112.

Il provvedimento spiega infatti che i dettami dell’articolo 60, comma 4, del Codice dalla Strada secondo cui rientrano nella categoria dei motoveicoli e autoveicoli di interesse storico e collezionistico tutti quelli di cui risulti l’iscrizione in uno dei seguenti registri: ASI, Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI non esplicano effetti in ordine alla individuazione, sotto il profilo fiscale, dei veicoli di particolare interesse storico e collezionistico disciplinati dall’articolo 63, comma 2, della legge 21 novembre 2000, n. 342.

Ciò -continua sempre l'Agenzia delle Entrate- trova infatti conferma anche nella sentenza della Corte Costituzionale del 23 dicembre 2005, n. 455 che in relazione all’articolo 60, comma 4, del Codice della Strada, afferma che tale disposizione individua i veicoli di interesse storico collezionistico al solo fine di regolarne la circolazione stradale (…) e non può estendersi al diverso ambito settoriale dell’esenzione dalla tassa automobilistica sia perché tale esenzione trova una compiuta e specifica disciplina nel citato articolo 63, sia perché la norma agevolativa fa riferimento ai veicoli di “particolare” interesse storico e collezionistico non a quelli di mero interesse storico e collezionistico.

Ad ASI e FMI è rimessa dunque solo l'individuazione dei requisiti soggettivi e oggettivi necessari a qualificare un veicolo di interesse storico collezionistico.

L'Agenzia delle Entrate ritiene dunque che possano beneficiare del regime agevolativo i veicoli di particolare interesse storico e collezionistico ultraventennali di proprietà di soggetti, associati o meno all’ASI o alla FMI, se compresi nelle determinazioni annuali predisposte da tali enti, in base alle caratteristiche precisate dal comma 2, lettere a), b), c) del citato articolo 63 (veicoli costruiti per le competizioni; veicoli costruiti a scopo di ricerca tecnica o estetica, anche in vista di partecipazione ad esposizioni o mostre; veicoli che pur non appartenendo alle predette categorie rivestano un particolare interesse storico o collezionistico in ragione del loro rilievo industriale, sportivo, estetico o di costume).

martedì 6 dicembre 2011

Strade sicure - Young Europe: un film da vedere Se riuscirà ad arrivare nelle sale

Non si sa ancora se Young Europe sarà distribuito normalmente nelle sale. Non perché non sia un film degno di andarci, ma perché quello della distribuzione cinematografica è un mondo difficile, dove c'è poco spazio per opere di giovani che non mettono sul piatto tanti soldi (anzi, lo hanno girato in un mese con tanti apporti gratuiti o quasi e se l'è montato personalmente il regista, Matteo Vicino) o la certezza di grandi incassi al botteghino. Così per adesso Young Europe resterà nell'ambito per il quale è stato pensato: le proiezioni nelle scuole, nell'ambito della campagna Icaro che lo ha partorito. Peccato: io l'ho visto al cinema ieri sera alla prima italiana organizzata per gli addetti ai lavori e devo dire - da profano, non essendo attrezzato per fare il critico cinematografico - che ho passato una serata piacevole come quelle poche volte in cui al cinema posso andarci nel tempo libero. Infatti, è una pellicola che scorre via bene: densa ma digeribile.
Non era facile farla così. Per tanti motivi. Fermiamoci ai primi due. Il primo è che non è facile fare arte (gradevole, per giunta) parlando di certi argomenti cupi e distanti dal sentimento comune: per la cultura dominanti anche tra tanta gente di rango e livello, gli incidenti stradali sono visti solo come fatalità inevitabili e quindi le iniziative per evitarli sono tutte noiose. Il secondo motivo è che non è facile far convivere le esigenze artistiche con quelle della Polizia stradale che deve portare alla gente il suo messaggio istituzionale e degli psicologi universitari che devono dare un contenuto convincente a questo messaggio. Senza contare la Fondazione Ania, che ha contribuito all'iniziativa.


La sensazione è che si sia riusciti a conciliare tutto, lasciando fuori anche cose di solito inevitabili come gelosie, piccoli e grandi giochi di potere ed eccessi di zelo. Come quello che avrebbe potuto tranquillamente far tagliare una frase rivelatrice e pesante per i tempi in cui il film è stato girato (quelli del berlusconismo degli ultimi due anni, arroccato contro gli attacchi che si moltiplicavano di giorno in giorno), in cui il protagonista più negativo del film, un imprenditore rampantino, spiega alla segretaria che in Italia per quelli come lui è possibile non pagare i fornitori, perché è un Paese in cui c'è la libertà.


Già questa scena vi dice che di incidenti si parla solo di striscio. Ma se ne parla in un modo che lascia il segno. Perché si vede o s'intuisce quasi tutto ciò che c'è attorno (manca solo il male che non di rado possono fare le carenze della strada, rendendo mortali incidenti anche banali: un tema scabroso). Non solo alcol, droga e velocità (come spesso abbiamo stupidamente insegnato alla gente negli ultimi anni, semplificando e deresponsabilizzandola sugli altri comportamenti), ma anche sfortuna (ma di quelle evitabili rispettando le regole e guidando con la dovuta attenzione). Gli incidenti hanno intorno soprattutto la disperazione di chi resta, preannunciata dal respiro trattenuto dai poliziotti mandati ad avvisare i parenti delle vittime (poliziotti veri anche nel film e bravi, perché recitavano una parte che devono sostenere nella realtà ogni giorno, pesantissima nonostante l'abitudine, perché lo strazio di un parente è sempre diverso e sempre lacerante, più che vedere il cadavere della vittima). Cose già note, ma un conto è leggerle in questo blog o - più spesso - nel sito dell'Asaps, ben altro conto è vederle in un paio di brevi scene ben fatte come quelle di Young Europe.


Brevi scene perché il film è veloce, fatto apposta per evitare che i ragazzi si annoino (quando succede, oggi è peggio di ieri perché possono evadere facilmente pur restando seduti, con lo smartphone). Quindi ritmo e tanta (forse troppa, a volte) musica, di quella fatta per i giovani e di quella che sentono i loro genitori 40-50enni. Sì, perché si parla anche di rapporto genitori-figli, di divertimento e piacere (non necessariamente alcol e droga) e di tanto altro. Di vita, insomma. Senza cadere negli eccessi opposti che sono dietro l'angolo in operazioni del genere: bacchettonismo e volgarità. I messaggi istituzionali della Polizia si vedono esplicitamente solo un paio di volte, l'assertività degli psicologi-insegnanti pure. In mezzo, tanti altri messaggi, ma non riconoscibili come tali perché presentati come quelli ci lasciano gli artisti nei film belli.


Per questo Young Europe merita di arrivare nelle sale
.

venerdì 18 novembre 2011

Dal 15 novembre obbligatorie gomme invernali o catene a bordo


Obbligo esteso anche in caso di precipitazioni nevose fuori dal periodo


Si rinnova l’obbligo di circolazione con pneumatici invernali o con catene a bordo su tutte le strade provinciali di Como, Lecco e Sondrio

DAL 15 NOVEMBRE
A partire dal 15 novembre 2011, fino al 31 marzo 2012, tutti i veicoli transitanti lungo le strade della Provincia avranno l’obbligo di circolare con speciali pneumatici invernali idonei alla marcia su neve o su ghiaccio, oppure di avere a bordo mezzi antisdrucciolevoli omologati che dovranno essere installati in caso di precipitazioni nevose.

IN CASO DI NEVE
Tale obbligo ha validità anche oltre il periodo previsto in concomitanza al verificarsi di precipitazioni nevose o formazione di ghiaccio. L’inosservanza di tale regola comporterà una sanzione amministrativa da 78 a 311 euro nel caso ci si trovi fuori dai centri abitati, oppure da 38 a 155 euro nel caso ci si trovi in centro abitato. 

SICUREZZA
L’ordinanza si è resa necessaria a seguito del verificarsi di frequenti disagi per la circolazione stradale durante i periodi di possibile formazione di ghiaccio sul fondo stradale e di precipitazioni a carattere nevoso, anche a bassa quota. In tale evenienza occorre evitare che i veicoli in difficoltà possano ostacolare la circolazione. Il provvedimento però è volto soprattutto a tutelare la pubblica incolumità.

Dati ISTAT Incidenti stradali 2010 -1,9% i sinistri, -3,5% i morti, -1,5% i feriti

Si contano ancora 579 incidenti con 11 morti e 829 feriti ogni giorno
Numeri positivi, ma meno esaltanti rispetto al 2009 Sorprende la non rilevazione anche nel 2010 del ruolo di alcol e droga
Onestamente dai dati definitivi degli incidenti stradali del 2010, resi noti dall’ISTAT, ci aspettavamo risultati migliori, sulla scia di quelli esaltanti del 2009 quando il calo dei morti sulle strade segnò la doppia cifra -10,1%.
Il totale di 211.404 incidenti fa segnare un modesto -1,9%, i morti sono stati 4.090, con una diminuzione del 3,5%, rispetto alle 4.237 vittime del 2009,  i feriti, 302.735 in totale, sono calati appena dell’1,5%. Si contano ancora 579 incidenti con 11 morti e 829 feriti ogni giorno.
Nel quadro d’insieme rimangono preoccupanti i dati dei pedoni con 614 vittime, in calo del 7,9%, ma aumentano i feriti del 5,1%, per un totale di 21.367 ingressi al pronto soccorso.
Continua ad essere sempre una spina nel fianco la sinistrosità delle due ruote con 1.146 lenzuoli bianchi stesi sulle strade (943 motociclisti e 203 ciclomotoristi), a cui si aggiungono 73.966 feriti (52.026 motociclisti e 21.940 ciclomotoristi).
Il calo degli incidenti nel decennio 2001-2010 si ferma al 42,4% e non raggiunge l’auspicato obiettivo  -50%, indicato dall’UE, collocandoci al 14° gradino, lontano dal podio raggiunto invece da Francia, Spagna e Lussemburgo, più le new entry delle tre repubbliche baltiche.
Rimane sempre al primo posto il numero di incidenti nelle strade urbane, anche se i sinistri calano del 2,2%, i morti del 7% e feriti del 2,1%.
Sulle statali, provinciali e comunali extraurbane il calo della sinistrosità si ferma  a un modesto 0,5%, i morti -2% e i feriti crescono dello 0,2%.
Sorprende l’incremento  del 7,4% della mortalità in autostrada, con 376 impatti fatali rispetto ai 350 del 2009 e dei feriti dello 0,6%, anche se gli incidenti calano dell’1%. Si dovrebbe capire se l’incremento riguarda in modo particolare i tratti non coperti da tutor.
L’analisi dei puntuali dati ISTAT-ACI soffre anche nel 2010 della mancanza di un elemento base: i dati della sinistrosità connessa all’abuso di alcol e droga alla guida.
Una situazione che si ripete per il secondo anno e che lascia molto perplessi in quanto proprio negli ultimo anni si sono attivate serie politiche di contrasto con nuove norme e l’incremento dei controlli con etilometri e narcotest. E’ quindi paradossale che non si possano verificare i risultati concreti e diretti.
Il fatto che la metodologia di raccolta dei dati non garantisce una valutazione reale del fenomeno, deve indurre ad una pronta correzione del sistema. L’ombra lunga dell’alcol e della droga esiste eccome. Lo certificano le percentuali di incidenti alcol-narco correlati rilevati negli osservatori dell’Asaps sulla pirateria stradale e sul contromano che danno positività nel  22  - 25% degli episodi.
Siamo convinti che per raggiungere con maggior profitto il secondo obiettivo UE, - 50% incidenti e vittime dal 2010 al 2020, sarà indispensabile un incremento di controlli degli agenti sulle strade, recuperando la presenza fisica delle divise.
Il potenziale dell’elettronica: autovelox, telelaser, T-red ecc., strumenti già largamente utilizzati ci sembra abbia raggiunto il limite di resa ai fini della sicurezza (per la cassa il discorso è però diverso). Ora serve anche una maggior utilizzazione del fattore umano, più puntuale nel contrasto alle violazioni che l’elettronica non sa e non può vedere: cinture, telefonini alla guida, alcol, tempi di guida, sovraccarichi.
L’altro intervento inderogabile è     quello della messa in sicurezza delle strade, dai guard rail all’asfalto e  del miglioramento della segnaletica orizzontale verticale.
Per raggiungere l’obiettivo è però indispensabile anche l’applicazione di sanzioni certe  per chi uccide mentre guida ubriaco o drogato. Per questo dobbiamo insistere per l’approvazione della nuova figura di Omicidio stradale.

venerdì 4 novembre 2011

Etichettatura degli pneumatici La Commissione Europea fissa le regole per la sicurezza sulle strade

E’ormai ben nota la responsabilità che rivestono i nostri pneumatici sulle strade; ecco perché i loro maggiori produttori si sono rivolti alla Commissione Europea chiedendo di delineare regole ad hoc,  ottenendo che a partire dalla seconda metà del 2012 sia obbligatoria l'etichettatura degli stessi (labeling), classificandoli secondo tre indicatori-chiave, quali: frenata sul bagnato, efficienza energetica e rumorosità.
Questo il primo di una serie di provvedimenti messi in atto dall’Europa per rispondere alla sempre più impellente richiesta di sicurezza sulle strade, e altrettanti ne saranno deliberati per verificare l’applicazione delle regole e l'attuazione di criteri di autocertificazione utili al produttore per garantire la conformità al labeling.
In particolare, il vigente regolamento consente il monitoraggio di liste di materie prime a rischio di impatto ambientale; tale indice è pubblicato dall'Europa e costantemente aggiornato.
Pirelli, uno dei maggiori produttori di pneumatici, ha eliminato dalle sue mescole olii odorosi altamente dannosi; allo stesso modo ricercatori della Bicocca hanno realizzato 
pneumatici di maggiore resa chilometrica, ridotta rumorosità e significativa tenuta sul bagnato.
Per contro, un’indagine effettuata dall' ETRMA  (Associazione Europea dei Produttori di Pneumatici e Articoli in Gomma) all’interno del mercato cinese, ha evidenziato che circa l'11% degli pneumatici analizzati sono prodotti con olii altamente cancerogeni.
Ecco quindi la necessità di definire linee guida volte non solo al monitoraggio, ma anche capaci di dissuadere l’uso e il commercio di gomme non omologate.
Già pronto ad intervenire il Nuovo Codice della strada, dice Federpneus in una nota del 7 settembre, e col Codice non solo la confisca delle gomme, ma anche  sonore sanzioni…Rivenditori e automobilisti: siete stati avvertiti!! (ASAPS)

lunedì 31 ottobre 2011

consigli per la guida con la pioggia e in condizioni di forte maltempo




- La pioggia è solitamente un evento previsto. E’ opportuno per chi deve affrontare un viaggio ascoltare le previsioni del tempo, in particolare per le zone verso le quali ci si dirige. E’ inoltre consigliato ascoltare le stazioni radio in FM che forniscono informazioni in tempo reale sullo stato del traffico e delle strade.
- Con strada bagnata e pioggia, raddoppiare la normale distanza di sicurezza dai veicoli che ci precedono.
Diminuire la velocità, moderandola particolarmente in presenza di tratti di strada in cui l’acqua ristagna.
- Attenzione al rischio di aquaplaning, sempre possibile quando il livello dell’acqua sull’asfalto è pari o superiore a 1 cm.
- Ricordare che in caso di pioggia il limite di velocità in autostrada si abbassa a 110 Km/h.
 
Fare particolare attenzione alle buche sull’asfalto, la forte pioggia tende a riempirle e non ci si rende conto della loro profondità, con rischi notevoli per la guida e possibili e gravi danni alle ruote.
- Porre attenzione alla tipologia di asfalto nel tratto percorso. Fareparticolare attenzione quando si interrompe un tratto di asfalto drenante e inizia un tratto ad asfalto normale. L’aderenza della vettura cambia sensibilmente e aumenta il rischio di aquaplaning.
- Usare un sistema di guida morbida, con frenate e accelerazioni dolci e progressive.
In caso di forti raffiche di vento tenere saldo il volante con entrambe le mani e attivare marce più basse se le condizioni sono tali da sentire lo spostamento della vettura.
- Tenere i tergicristalli puliti ed efficienti.
- Controllare lo stato e la pressione dei pneumatici con attenzione.
- In caso di appannamento del parabrezza e dei vetri laterali,azionare la ventola dell’aria e l’aria condizionata nell’apposita funzione antiappannamento, come da istruzioni per ogni modello di auto.
- In condizioni particolarmente avverse e in presenza di rischi di allagamento tenere a portata di mano il giubbotto retroriflettente, da indossare velocemente in caso si debba scendere dal veicolo, tenere a portata di mano anche il triangolo di segnalamento.
- Tenere sempre le luci accese e in caso di rallentamento attivare le 4 luci intermittenti.
- In caso di allagamento con alto livello dell’acqua teneresigillati sportelli e finestrini e in caso di spegnimento del motore e blocco in zona allagata attivare subito col cellulare il numero di soccorso pubblico 113 o il 115 dei pompieri.
- Ricordare che i rischi già elevati in caso di pioggia battente per una vettura, si elevano di molto quando circolano motocicli, ciclomotori e velocipedi.

mercoledì 26 ottobre 2011

"L'uso del casco"


Cominciamo col dire che il casco è quell'oggetto di uso obbligatorio quando si viaggia su un matociclo o un ciclomotore, dentro il quale custodiamo il bene più prezioso che abbiamo: la nostra testa.
Ma per ottenere la massima protezione non potrà essere indossato con disinvoltura come un qualsiasi capo. Servono alcune perticolari attenzioni e cautele. Ecco alcuni suggerimenti:

- La scelta del casco al momento dell'acquisto.
Scegliete il vostro casco tenendo presente l'uso che ne farete e il grado di protezione che volete.
Il casco integrale, forse un po' più impegnativo, garantisce la protezione del mento e bocca e una maggior stabilita' in caso di urto.

Omologazione. 
Controllate che il casco sia omologato ECE22.05, verificate l'etichetta cucita sul cinturino, i primi due numeri devono corrispondere all'emendamento, verificate che sia  05.
Sull'etichetta in un cerchio trovate una E con un numero che corrisponde alla nazione dove il casco è stato omologato(E1=Germania E2=Francia E3= Italia E4=Olanda). 
Non acquistate caschi con omologazione DGM, non possono più essere commercializzati, anche se possono essere indossati.
Tuttavia ricordiamo che offrono una protezione molto minore.
Non acquistate caschi di dubbia provenienza, assicuratevi che oltre alla etichetta omologativa sia presente l'indicazione completa del costruttore con relativo indirizzo e telefono della fabbrica. Controllate dove è stato fabbricato il vostro casco, se non siete convinti e certi circa l'origine non acquistatelo: ne va della vostra vita.


- La misura del casco. 
Non affidatevi alle taglie trascritte. La vera  misura del vostro casco la rilevate misurandovi la circonferenza della testa sopra le orecchie con un metro da sarto. Provate il casco della taglia corrispondente, non deve muoversi liberamente (rischierebbe di sfilarsi) e non deve comprimere la testa (non lo sopportereste per lunghi periodi).
Provate a sfilare il casco con la testa reclinata in avanti se il casco si sfila facilmente non è adatto alla vostra testa provate la taglia inferiore.

- Corrispondanza fra le taglie e le misure.
Taglia del casco
XXS
XS
S
M
L
XL
XXL
Circonferenza testa
51-52
53-54
55-56
57-58
59-60
61-62
63-64


- Uso del casco. 
Il casco va portato sempre ben calzato ed allacciato in modo da non permettere che si muova liberamente.
Assicurarsi sempre che il cinturino sia ben allacciato e regolato in modo da tenere il casco ben fermo durante la guida. Ricordiamo che non è sufficiente allacciare il casco col solo velcro.

- La manutenzione. 
 In caso di incidente sostituire il casco. I danni causati da urti non sono sempre visibili, la calotta interna che ha lo scopo di assorbire l'urto si deforma in caso di compressione da urto e non assorbe ulteriori sollecitazioni.
La caduta da un'altezza di soli 2 metri, rischia di compromettere le qualità protettive del casco.
Pulire il casco solamente con acqua e sapone, non usare solventi o benzina non applicare adesivi e non verniciarlo. Anche il tessuto interno va pulito con acqua e sapone.
Il casco non va mai esposto a forti fonti di calore (fermi al sole per intere giornate estive, appoggiati ad una marmitta durante la marcia) che ne modifichrebbero le qualità protettive.


- La visiera. 
Deve essere mantenuta pulita. La visierà è il vostro oblò verso il mondo esterno sul quale viaggiate.
Nel caso di danneggiamenti che riducono la visibilità sostituirla con una identica costruita per il vostro casco. Pulire la visiera con acqua e detersivo liquido per stoviglie non usare solventi, prodotti chimici o altri detergenti che potrebbero rovinarla.

- Le sanzioni.
Ricordiamo che il mancato uso del casco comporta una sanzione di 76,00 Euro, la sottrazione di 5 punti, (sanzioni applicabili anche se ilcasco è indossato in modo non corretto o non allacciato), e il fermo del veicolo per 30 giorni.

RCA Indagine ISVAP: 300.000 cause pendenti

Secondo l'ultima indagine dell'Isvap sullo stato del contenzioso civile e penale, alla fine del 2010 le cause civili pendenti, in ogni grado di giurisdizione, erano 295.397, e l'incidenza sul numero dei sinistri a riserva a fine 2010 (pari a 1.667.938) è passata al 17,7% rispetto al 15,3% della fine del 2009. Le cause di primo grado pendenti al 31 dicembre 2010 erano 281.185, con un aumento del 9,6% rispetto alla fine del 2009 e rappresentavano il 95,2% dei procedimenti civili in essere (94,7% nel 2009). Nell'ambito dei procedimenti di primo grado, a fare la parte del leone, come del resto anche negli anni precedenti, sono quelli pendenti presso i giudici di pace, che a fine 2010 risultavano ben 227.600 e registravano un incremento a due cifre, del 13,5% rispetto al 2009, costituendo l'80,9% del totale delle cause civili di primo grado presentate dagli automobilisti (erano invece il 78,1% nel 2009). L'incidenza sui sinistri a riserva raggiungeva il 13,6% (11,3% alla fine del 2009). Per quanto riguarda i procedimenti civili di secondo e terzo grado, a fine 2010, rileva ancora l'Isvap, erano pendenti 14.212 cause, sostanzialmente invariate (-0,2%) rispetto al 2009. Coerentemente al dato complessivo, restavano praticamente stabili sia le cause pendenti nei Tribunali e nelle Corti d'Appello, mentre registravano un lieve calo (-3,2%) i procedimenti in corso presso la Corte di Cassazione. Sempre alla fine dello scorso anno, le cause penali pendenti nei diversi gradi di giudizio erano 7.461, con un'incidenza sui sinistri a riserva pari allo 0,4% (come nel 2009).

lunedì 24 ottobre 2011

Assicurazione obbligatoria – Fondo di garanzia per le vittime della strada – In genere – Consap – Subentro ex lege nelle funzioni pubblicistiche già facenti capo all’Ina – Intervento della Consap nel processo già promosso dal detto Istituto, non più legittimato...


(Cass. Civ., sez. I, 17 novembre 2005, n. 23264)
Assicurazione obbligatoria – Fondo di garanzia per le vittime della strada – In genere – Consap – Subentro ex lege nelle funzioni pubblicistiche già facenti capo all’Ina – Intervento della Consap nel processo già promosso dal detto Istituto, non più legittimato – Intervento principale – Configurabilità – Possibilità per la Consap di far valere processualmente la posizione già assunta in giudizio dall’Ina – Sussistenza.

Per effetto dell’art. 126 del D.L.vo 17 marzo 1995, n. 175 (Attuazione della direttiva 92/49/CEE in materia di assicurazione diretta diversa dall’assicurazione sulla vita), recante modifiche ed integrazioni alla legislazione sull’assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti, la Consap – Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici – Spa è subentrata all’Istituto Nazionale per le Assicurazioni (INA), ad essa avendo il legislatore trasferito le funzioni pubblicistiche già facenti capo all’Ina e, in particolare, la gestione – sotto il controllo del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato – del Fondo di garanzia per le vittime della strada costituito presso quell’Istituto. Legittimamente, pertanto, intervenendo nel giudizio (nella specie, di ammissione allo stato passivo, ex art. 101 e 209, terzo comma, legge fall., di una società di assicurazione posta in liquidazione coatta amministrativa per rivalersi degli indennizzi pagati) a norma dell’art. 19, ultimo comma, della legge 24 dicembre 1969, n. 990 (come modificato dall’art. 126 del citato D.L.v n. 175 del 1995), la Consap può far valere processualmente, in via principale, quale titolare di situazioni giuridiche proprie, la posizione già assunta nel giudizio dall’Ina (non più legittimato).

mercoledì 19 ottobre 2011

Incidenti stradali, niente constatazione amichevole: è boom di cause legali


Altro che constatazione amichevole, per molti è meglio fare una telefonata all’avvocato. In caso di incidente stradale, infatti, sono sempre più gli italiani che si rivolgono a un legale per avere ragione, e proprio nel periodo in cui è stato introdotto anche nel nostro Paese il cosiddetto indennizzo diretto da parte delle assicurazioni. Nel 2010, le cause pendenti nel settore auto (tra civili e penali) sono infatti arrivate quasi a quota 300.000, con un aumento del 9 per cento rispetto al 2009. La crescita dei procedimenti è significativa, considerando anche l’incidenza dei contenziosi sui sinistri a riserva, cioè sulle pratiche aperte per cui le imprese assicuratrici accantonano riserve in attesa della chiusura della causa legale.

Secondo l’ultima indagine dell’Isvap sullo stato del contenzioso civile e penale, alla fine del 2010 le cause civili pendenti, in ogni grado di giurisdizione, erano 295.397, e l’incidenza sul numero dei sinistri a riserva a fine 2010 (pari a 1.667.938) è passata al 17,7 per cento rispetto al 15,3 per cento della fine del 2009. Le cause di primo grado pendenti al 31 dicembre 2010 erano 281.185, con un aumento del 9,6 per cento rispetto alla fine del 2009 e rappresentavano il 95,2 per cento dei procedimenti civili in essere (94,7 per cento nel 2009). Nell’ambito dei procedimenti di primo grado, a fare la parte del leone, come del resto anche negli anni precedenti, sono quelli pendenti dai giudici di pace, che a fine 2010 risultavano ben 227.600 e registravano un incremento a due cifre, del 13,5 per cento rispetto al 2009, costituendo l’80,9 per cento del totale delle cause civili di primo grado presentate dagli automobilisti (erano invece il 78,1 per cento nel 2009). L’incidenza sui sinistri a riserva raggiungeva il 13,6 per cento (11,3 per cento alla fine del 2009). Per quanto riguarda i procedimenti civili di secondo e terzo grado, a fine 2010, rileva ancora l’Isvap, erano pendenti 14.212 cause, sostanzialmente invariate (-0,2 per cento) rispetto al 2009.

Coerentemente al dato complessivo, restavano praticamente stabili sia le cause pendenti nei Tribunali e nelle Corti d’Appello, mentre registravano un lieve calo (-3,2 per cento) i procedimenti in corso presso la Corte di Cassazione. Sempre alla fine dello scorso anno, le cause penali pendenti nei diversi gradi di giudizio erano 7.461, con un’incidenza sui sinistri a riserva pari allo 0,4 per cento (come nel 2009).

martedì 18 ottobre 2011

Cassazione: no risarcimento vittima senza cintura

Indossare la cintura di sicurezza al momento di un incidente può rivelarsi non solo un gesto salvavita ma anche una protezione da spiacevoli sorprese con la compagnia assicurativa. E' questa la lezione impartita ad una donna che nel corso di un incidente stradale non l'ha indossata. La vicenda processuale ha interessato la vittima dell'imprevisto e una società di assicurazioni. In questo caso sia il Tribunale che la Corte d'Appello hanno riconosciuto alla vittima il concorso casuale all'incidente, motivo per cui l'Assicurazione ha eseguito un rimborso parziale. La mancata adozione dei sistemi di trattenuta anche da parte di un passeggero rappresenta, infatti, una ipotesi di concorso causale nel fatto colposo che, cooperando alla produzione del danno, determina una riduzione del risarcimento dello stesso. La vittima è quindi ricorsa in Cassazione, lamentando davanti al giudice di aver subito danni fisici, e di avere avuto la cintura al momento dell'impatto. Dopo aver accertato il mancato uso della stessa e la natura dei danni fisici, dovuti a malanni precedenti l'incidente, la Suprema Corte ha confermato il verdetto della Corte d'Appello e del Tribunale. Gli ermellini con la sentenza n. 19884/2011 hanno infatti stabilito che, nonostante si possa essere vittime di un sinistro stradale senza alcuna colpa nella dinamica, non si ha automaticamente diritto a un risarcimento, nel caso in cui si accerti che non sono state indossate le cinture di sicurezza. Secondo la sentenza, le compagnie assicurative possono rifiutarsi di concedere qualunque tipo di rimborso o limitarlo ad una cifra parziale se viene accertata la negligenza del loro cliente. Le motivazioni di tale decisione sono comprensibili : dal punto di vista delle assicurazioni, se si fossero allacciate le cinture di sicurezza ci sarebbero stati, probabilmente, danni fisici di gran lunga inferiori se non del tutto inesistenti.

mercoledì 5 ottobre 2011

Sulle strade numeri drammatici per i bambini


Nei primi 9 mesi del 2011 hanno già perso la vita  in 52 da 0 a 13 anni  e 425 sono rimasti feriti  in 379 incidenti significativi.
Terribile  terzo trimestre con  21 lenzuoli bianchi sulle strade
Ben 38 bambini  erano trasportati (73%),  2 i ciclisti e 11 erano a piedi.
Fino a 5 anni la fascia più a rischio con 29 vittime
Nei centri abitati il maggior numero di incidenti e di decessi dei piccoli.
Il 25% dei bambini sono di origine straniera

I gravi incidenti che hanno coinvolto bambini nel primo fine settimana di ottobre, ripropongono l’asprezza di questo versante della sinistrosità stradale.

Nei primi 9 mesi del 2011 il più crudele degli Osservatori dell’Asaps, quello che raccoglie i dati delle giovani vittime della strada nella fascia cha va da 0 a 13 anni ha registrato 379 incidenti gravi nei quali hanno già perso la vita 52 bambini (13 quelli di origine straniera, cioè il 25%) e 425 sono rimasti feriti.


Terribile il terzo trimestre (luglio – agosto – settembre) con addirittura 21 bambini morti sulle strade, 7 in luglio, 9 in agosto e 5 in settembre.

Delle 52 giovanissime vittime (29 maschi e 23 femmine) ben 38, pari al 73%, erano trasportate a bordo dei veicoli  e questo aspetto ripropone drammaticamente il tema del fissaggio dei nostri piccoli sui seggiolini. Non si conosce il dato di quante fra queste 38 vittime fossero regolarmente allacciate, anche  se si  può ritenere che una percentuale significativa non fosse trasportata a norma. In particolare nei casi di espulsione dall’abitacolo del mezzo dopo lo schianto.
bambini sono stati travolti con la loro bicicletta. 11 erano a piedi per strada. In un caso il bambino era su un ciclomotore.

Un altro aspetto sul quale l’Asaps richiama la sua attenzione è la tipologia stradale dove sono avvenuti gli incidenti. Sono le strade delle aree urbane quelle più a rischio. Ben 254 dei 379 incidenti, (67%) sono avvenuti nei centri abitati. E non si pensi che si tratti di quelli meno gravi. Infatti nei centri abitati si sono contati fra i piccini 22 morti (42%) e 280 feriti (66%).
Sulle strade statali e provinciali gli incidenti sono stati 81 e hanno causato 16 morti (31%) e 96 feriti (23%). In 3 episodi non è stata indicata la tipologia della strada.
Appena 30 gli episodi sulla rete autostradale che hanno causato 11 decessi (21%) e 34 feriti (8%).

Fra le più giovani vittime della strada il maggior numero si conta fra i piccolissimi. Infatti nella fascia d’età cha va da 0 a 5 anni l’Osservatorio ha registrato 29 decessi (56%), 15 i lenzuoli bianchi (29%) nella fascia che va da 6 a 10 anni,  in quella da 11 a 13 anni (13%). Per una vittima non è stato possibile fissare l’età.

In 7 incidenti il conducente del veicolo coinvolto è risultato ubriaco o drogato. Sono stati invece 20 gli incidenti causati da pirati della strada dove sono morti 4 bambini.
Le regioni che segnano il più elevato numero di decessi per incidenti ai bambini sono la Lombardia con 10piccole vittime, segue la Sicilia con 9 (di cui 3 incidenti con 2 bambini morti ognuno) il Lazio con 6 e infine il Veneto,  la Campania e la Calabria  con 4.

Non ci stancheremo mai di ricordare che ogni volta che un bambino perde la vita sulla strada la colpa non è mai la sua, ma sempre di un adulto che non ha rispettato le regole (velocità, alcol, uso seggiolini) o di un adulto che non lo ha vigilato.


La "strana" notizia: Caserta, mangia babà e va in bici positiva all'alcol, le ritirano la patente


Paradossale vicenda capitata a una giovane signora tra l'altro astemia, che ha deciso di ricorrere presso il giudice di pace per quanto le è capitato
(NdR: Ma quanto liquore c'era in quel babà? Perché il ritiro della patente??)

Foto dalla rete
(Asaps) Leggete sotto la notizia riportata da Repubblica.it. A noi sembra francamente strana. Molto strana. Intanto ci domandiamo quanto liquore contenva quel babà? La signora ha detto di averne mangiati alcuni? Quanti? Se fossimo a Caserta saremmo curiosi.
Ci vorremmo sottoporre (molto volentieri) ad un esperimento: una bella mangiata di babà al liquore e poi vorremmo soffiare su un etilometro, così per vedere cosa segna. Qui da noi in Romagna i babà si trovano a fatica e non sono così graduati, potremmo provare con una zuppa inglese all'alchermes (altro esperimento gradevole), per vedere cosa succede.
Una riflessione ancora. Perché è stata ritirata la patente alla ciclista? E' stato ampiamente spiegato dalle circolari del Ministero dell'Interno che ai ciclisti che commettono violazioni che prevedono prelievi di punti, si applica la sola sanzione senza prelievo alcuno e la patente rimane intonsa, così come prevede l'art.219 CdS modificato dalla legge 120 del 2010.
Se alla golosa signora  è stata ritirata la patente le sarà restituita a breve dal Giudice di Pace.
Una domanda infine. Non è che gli agenti hanno fatto colazione a loro volta a base di babà? 

martedì 27 settembre 2011

Pirateria stradale - Il funzionamento del risarcimento attraverso il Fondo di Garanzia. Un percorso complesso per le vittime

 Aumentano i pirati della strada, conducenti che causano un incidente e poi ai danno alla fuga  senza prestare soccorso alla vittima. Fra le cause, l'abbiamo detto l’alcol (nel 25/30 % dei casi almeno), ma anche l’assenza di polizza Rca (documentata almeno nell'8% degli episodi di fuga dopo un incidente, ma stimata in percentuali certamente superiori) che induce il guidatore a scappare per non incorrere nelle sanzioni previste dall'art. 193 del CdS o in quelle penali in caso di falsficazione del certificato e tagliando assicurativo. Ma se ci capita di essere vittime di un pirata, cosa possiamo fare per avere il risarcimento dei danni?
Dobbiamo rivolgerci al Fondo di garanzia per le vittime della strada, amministrato (sotto la vigilanza del ministero dello Sviluppo economico) dalla Consap: la Concessionaria servizi assicurativi pubblici. La richiesta di rimborso dei danni del veicolo e quelli relativi alle lesioni personali, va inoltrata direttamente sia all’Impresa designata competente per territorio, cioè alla Compagnia assicuratrice preposta (si può visionare l'elenco qui), sia alla Consap.
Attenzione: è fondamentale presentare, oltre alla richiesta di risarcimento, ogni documento utile a sostenere la domanda: verbale della forza di polizia  intervenuta per i rilievi sul luogo del sinistro (ricordiamo che in ogni caso di fuga dopo un incidente va chiamata sempre la polizia per i rilievi del sinistro), referti medici, testimonianze, foto. Insomma dovremo ben documentare con  prove che siamo stati vittime di un pirata della strada. Dopo? Beh dopo dovremo armarci di una buona dose di santa pazienza e aspettare il rimborso del danno, e subiremo anche  una franchigia di 500 euro sui danni subiti. Ricordiamo che se con l’indennizzo diretto in un incidente fra auto regolarmente assicurate oggi i tempi sono brevi, per le vittime dei pirati i tempi si allungano. I pirati che infestano le strade sono tanti e le vittime pure, lo abbiamo visto anche nei mesi estivi appena trascorsi. (Asaps)

mercoledì 21 settembre 2011

SICURAUTO Etilometri irregolari al nord: ora arriveranno i ricorsi. Il laboratorio di Milano che revisiona gli etilometri non sarebbe in regola. E se i soldi delle multe contestate ce li rimettesse chi ha sbagliato?

20 Settembre 2011 - E così, abbiamo anche oggi l'ennesima storiaccia all'italiana della quale occuparci. Una storiaccia che riguarda la presunta irregolarità degli etilometri.
Almeno, di quelli utilizzati per rilevare il tasso alcolemico pressoché in tutto il Nord Ovest.
REQUISITI GIURIDICI - Lo rivela Il Sole24Ore  grazie al blog di Maurizio Caprino, che ricostruisce la complicata storia di un laboratorio (decentrato  rispetto a quello di Roma) al quale vengono delegate le operazioni di verifica preliminare e periodica della regolarità dei dispositivi prima di affidarli alla forze dell'ordine che devono utilizzarli. Un laboratorio, quello di Milano, che a quanto pare non godeva di tutte le credenziali necessarie a effettuare i controlli come si deve. Attenzione: abbiamo detto "credenziali", e non "requisiti tecnici". Quelli potrebbero essere perfettamente a posto e nulla indica che non sia così. Quel che manca sono i requisiti giuridici attraverso i quali al laboratorio sono state concesse le autorizzazioni a operare.
SANZIONI A RISCHIO - Insomma, tutto lascia intendere che siamo di fronte alla consueta vicenda (che novità) di autorizzazioni, timbri,  scartoffie e tutte le altre amenità burocratiche che mandano avanti il Paese o, più spesso, ne bloccano  parte dei meccanismi, come probabilmente accadrà in questo caso. Sì, perché ora sono a rischio tutte le sanzioni per guida in stato di ebbrezza elevate in base al Codice della Strada dagli organi di polizia che hanno utilizzato quegli etilometri a partire dal gennaio 2010, cioé da quando il laboratorio milanese è stato autorizzato a revisionarli. Infatti, a chi è incappato in un controllo non sembrerà vero di poter fare ricorso sfruttando l'argomento del possibile mancato rispetto dei requisiti delle apparecchiature utilizzate per rilevare l'infrazioni. E quindi, prenderanno il via estenuanti controversie con le due parti che porteranno avanti le loro argomentazioni. E che forse la spunteranno. (*) 
IL "PAESE CIVILE" - Tutto logico, democratico e degno di un Paese civile, dove il cittadino che si sente trattato ingiustamente (anche dalle istituzioni) ha il diritto di rivolgersi alla legge. Però, è opportuno anche sottolineare che nei cosiddetti e presunti "Paesi civili" le norme relative al funzionamento degli uffici pubblici devono, o meglio dovrebbero, essere scritte ed emanate in modo da renderne facile e univoca la  comprensione, agevolarne l'interpretazione e, soprattutto, consentirne la rigorosa l'applicazione. E a proposito di ciò, siamo sicuri che nella vicenda in oggetto questi tre requisiti siano stati rispettati alla lettera? Se ciò non è accaduto, è lecito attendersi che i colpevoli saranno perseguiti? E se è invece accaduto, possiamo sperare
che venga perseguito chi non ha applicato le norme? Un "Paese civile", quello in cui chi provoca danni alla cosa pubblica viene  quantomeno condannato a rimborsarli.
(*) Nota: è strano come tutti difendiamo i nostri torti con più vigore dei nostri diritti. (Kahlil Gibran).

martedì 20 settembre 2011

Rispetta le regole della strada. Eviterai regole più dure a te e agli altri

Da un’indagine Ispo, commissionata dalla Fondazione ANIA, è emerso che il 91% degli italiani condanna la violazione delle principali regole di convivenza civile, comprese quelle stradali. Nonostante ciò, il 58% ritiene che quando si è al volante non viene rispettato il codice della strada. La violazione delle norme è di fatto molto diffusa, oltre il 70% degli automobilisti dichiara di infrangere le regole, pur essendo consapevole (lo ha dichiarato oltre l’80% degli intervistati) dei rischi e delle conseguenze sociali ed economiche degli incidenti stradali. Le infrazioni considerate più gravi sono quelle che possono recare danno agli altri, in particolare guidare in stato psico-fisico alterato (76%), passare con il semaforo rosso (60%) e superare i limiti di velocità (52%).

Da ricerche si evidenzia che gli incidenti sono causati all’80% da errati comportamenti umani.

venerdì 16 settembre 2011

Scatta da sabato 17 settembre l’aumento dell’Iva previsto dalla manovra finanziaria 2011

L'aumento di un punto percentuale dell'Iva, passata con l’approvazione definitiva della manovra finanziaria 2011 dal 20 al 21%, su beni e servizi come abbigliamento, calzature, televisori, computer, moto, auto, giocattoli, ed anche cioccolato, vino, acqua minerale e bevande gassate in generale, vacanze, detersivi, biancheria e tessuti per la casa, e ancora affitto garage, posti auto e noleggio mezzi di trasporto, pedaggi e parchimetri, gioielleria e orologeria, valigie e borse e altri accessori, e poi aumenta l’Iva per parrucchieri servizi di professionisti, artigiani, artisti, servizi legali e contabili, senza dimenticare bollette elettrice e carburanti, scatterà da sabato, colpendo già gli acquisti del week end.


Le novità della manovra entreranno in vigore solo il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, prevista per oggi. Gli aumenti che potrebbero avere conseguenze pesanti per le famiglie ma che dovrebbero portare nelle casse dello Stato tra i 4 e i 5 miliardi all'anno e avranno un impatto sui prezzi dello 0,8%.
Nessun rincaro colpirà, invece, pane e latte, pomodori e giornali, prodotti con Iva al 4%. Le aliquote ridotte si applicano esclusivamente alle cessioni di beni e prestazioni di servizi di prima necessità indicate.
La nuova aliquota Iva interesserà le operazioni effettuate dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, mentre per le operazioni pagate prima dell'entrata in vigore della maggiorazione, si applicherà il 20% vigente alla data del pagamento e la maggiorazione riguarderà solo le fatture a saldo.
Per le cessioni di beni o prestazioni di servizi effettuate nei confronti dello Stato, degli enti e istituti come Regione, Provincia, Comuni, Asl, istituti universitari, se la fattura è stata emessa e contemporaneamente registrata dal fornitore fino al giorno precedente alla data di entrata in vigore della maggiorazione, si mantiene l'aliquota del 20%.
La nuova aliquota Iva sarà in vigore per le operazioni effettuate dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, mentre per le operazioni pagate prima dell'entrata in vigore della maggiorazione, si applicherà il 20% vigente alla data del pagamento e la maggiorazione riguarderà solo le fatture a saldo.