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lunedì 31 ottobre 2011

consigli per la guida con la pioggia e in condizioni di forte maltempo




- La pioggia è solitamente un evento previsto. E’ opportuno per chi deve affrontare un viaggio ascoltare le previsioni del tempo, in particolare per le zone verso le quali ci si dirige. E’ inoltre consigliato ascoltare le stazioni radio in FM che forniscono informazioni in tempo reale sullo stato del traffico e delle strade.
- Con strada bagnata e pioggia, raddoppiare la normale distanza di sicurezza dai veicoli che ci precedono.
Diminuire la velocità, moderandola particolarmente in presenza di tratti di strada in cui l’acqua ristagna.
- Attenzione al rischio di aquaplaning, sempre possibile quando il livello dell’acqua sull’asfalto è pari o superiore a 1 cm.
- Ricordare che in caso di pioggia il limite di velocità in autostrada si abbassa a 110 Km/h.
 
Fare particolare attenzione alle buche sull’asfalto, la forte pioggia tende a riempirle e non ci si rende conto della loro profondità, con rischi notevoli per la guida e possibili e gravi danni alle ruote.
- Porre attenzione alla tipologia di asfalto nel tratto percorso. Fareparticolare attenzione quando si interrompe un tratto di asfalto drenante e inizia un tratto ad asfalto normale. L’aderenza della vettura cambia sensibilmente e aumenta il rischio di aquaplaning.
- Usare un sistema di guida morbida, con frenate e accelerazioni dolci e progressive.
In caso di forti raffiche di vento tenere saldo il volante con entrambe le mani e attivare marce più basse se le condizioni sono tali da sentire lo spostamento della vettura.
- Tenere i tergicristalli puliti ed efficienti.
- Controllare lo stato e la pressione dei pneumatici con attenzione.
- In caso di appannamento del parabrezza e dei vetri laterali,azionare la ventola dell’aria e l’aria condizionata nell’apposita funzione antiappannamento, come da istruzioni per ogni modello di auto.
- In condizioni particolarmente avverse e in presenza di rischi di allagamento tenere a portata di mano il giubbotto retroriflettente, da indossare velocemente in caso si debba scendere dal veicolo, tenere a portata di mano anche il triangolo di segnalamento.
- Tenere sempre le luci accese e in caso di rallentamento attivare le 4 luci intermittenti.
- In caso di allagamento con alto livello dell’acqua teneresigillati sportelli e finestrini e in caso di spegnimento del motore e blocco in zona allagata attivare subito col cellulare il numero di soccorso pubblico 113 o il 115 dei pompieri.
- Ricordare che i rischi già elevati in caso di pioggia battente per una vettura, si elevano di molto quando circolano motocicli, ciclomotori e velocipedi.

mercoledì 26 ottobre 2011

"L'uso del casco"


Cominciamo col dire che il casco è quell'oggetto di uso obbligatorio quando si viaggia su un matociclo o un ciclomotore, dentro il quale custodiamo il bene più prezioso che abbiamo: la nostra testa.
Ma per ottenere la massima protezione non potrà essere indossato con disinvoltura come un qualsiasi capo. Servono alcune perticolari attenzioni e cautele. Ecco alcuni suggerimenti:

- La scelta del casco al momento dell'acquisto.
Scegliete il vostro casco tenendo presente l'uso che ne farete e il grado di protezione che volete.
Il casco integrale, forse un po' più impegnativo, garantisce la protezione del mento e bocca e una maggior stabilita' in caso di urto.

Omologazione. 
Controllate che il casco sia omologato ECE22.05, verificate l'etichetta cucita sul cinturino, i primi due numeri devono corrispondere all'emendamento, verificate che sia  05.
Sull'etichetta in un cerchio trovate una E con un numero che corrisponde alla nazione dove il casco è stato omologato(E1=Germania E2=Francia E3= Italia E4=Olanda). 
Non acquistate caschi con omologazione DGM, non possono più essere commercializzati, anche se possono essere indossati.
Tuttavia ricordiamo che offrono una protezione molto minore.
Non acquistate caschi di dubbia provenienza, assicuratevi che oltre alla etichetta omologativa sia presente l'indicazione completa del costruttore con relativo indirizzo e telefono della fabbrica. Controllate dove è stato fabbricato il vostro casco, se non siete convinti e certi circa l'origine non acquistatelo: ne va della vostra vita.


- La misura del casco. 
Non affidatevi alle taglie trascritte. La vera  misura del vostro casco la rilevate misurandovi la circonferenza della testa sopra le orecchie con un metro da sarto. Provate il casco della taglia corrispondente, non deve muoversi liberamente (rischierebbe di sfilarsi) e non deve comprimere la testa (non lo sopportereste per lunghi periodi).
Provate a sfilare il casco con la testa reclinata in avanti se il casco si sfila facilmente non è adatto alla vostra testa provate la taglia inferiore.

- Corrispondanza fra le taglie e le misure.
Taglia del casco
XXS
XS
S
M
L
XL
XXL
Circonferenza testa
51-52
53-54
55-56
57-58
59-60
61-62
63-64


- Uso del casco. 
Il casco va portato sempre ben calzato ed allacciato in modo da non permettere che si muova liberamente.
Assicurarsi sempre che il cinturino sia ben allacciato e regolato in modo da tenere il casco ben fermo durante la guida. Ricordiamo che non è sufficiente allacciare il casco col solo velcro.

- La manutenzione. 
 In caso di incidente sostituire il casco. I danni causati da urti non sono sempre visibili, la calotta interna che ha lo scopo di assorbire l'urto si deforma in caso di compressione da urto e non assorbe ulteriori sollecitazioni.
La caduta da un'altezza di soli 2 metri, rischia di compromettere le qualità protettive del casco.
Pulire il casco solamente con acqua e sapone, non usare solventi o benzina non applicare adesivi e non verniciarlo. Anche il tessuto interno va pulito con acqua e sapone.
Il casco non va mai esposto a forti fonti di calore (fermi al sole per intere giornate estive, appoggiati ad una marmitta durante la marcia) che ne modifichrebbero le qualità protettive.


- La visiera. 
Deve essere mantenuta pulita. La visierà è il vostro oblò verso il mondo esterno sul quale viaggiate.
Nel caso di danneggiamenti che riducono la visibilità sostituirla con una identica costruita per il vostro casco. Pulire la visiera con acqua e detersivo liquido per stoviglie non usare solventi, prodotti chimici o altri detergenti che potrebbero rovinarla.

- Le sanzioni.
Ricordiamo che il mancato uso del casco comporta una sanzione di 76,00 Euro, la sottrazione di 5 punti, (sanzioni applicabili anche se ilcasco è indossato in modo non corretto o non allacciato), e il fermo del veicolo per 30 giorni.

RCA Indagine ISVAP: 300.000 cause pendenti

Secondo l'ultima indagine dell'Isvap sullo stato del contenzioso civile e penale, alla fine del 2010 le cause civili pendenti, in ogni grado di giurisdizione, erano 295.397, e l'incidenza sul numero dei sinistri a riserva a fine 2010 (pari a 1.667.938) è passata al 17,7% rispetto al 15,3% della fine del 2009. Le cause di primo grado pendenti al 31 dicembre 2010 erano 281.185, con un aumento del 9,6% rispetto alla fine del 2009 e rappresentavano il 95,2% dei procedimenti civili in essere (94,7% nel 2009). Nell'ambito dei procedimenti di primo grado, a fare la parte del leone, come del resto anche negli anni precedenti, sono quelli pendenti presso i giudici di pace, che a fine 2010 risultavano ben 227.600 e registravano un incremento a due cifre, del 13,5% rispetto al 2009, costituendo l'80,9% del totale delle cause civili di primo grado presentate dagli automobilisti (erano invece il 78,1% nel 2009). L'incidenza sui sinistri a riserva raggiungeva il 13,6% (11,3% alla fine del 2009). Per quanto riguarda i procedimenti civili di secondo e terzo grado, a fine 2010, rileva ancora l'Isvap, erano pendenti 14.212 cause, sostanzialmente invariate (-0,2%) rispetto al 2009. Coerentemente al dato complessivo, restavano praticamente stabili sia le cause pendenti nei Tribunali e nelle Corti d'Appello, mentre registravano un lieve calo (-3,2%) i procedimenti in corso presso la Corte di Cassazione. Sempre alla fine dello scorso anno, le cause penali pendenti nei diversi gradi di giudizio erano 7.461, con un'incidenza sui sinistri a riserva pari allo 0,4% (come nel 2009).

lunedì 24 ottobre 2011

Assicurazione obbligatoria – Fondo di garanzia per le vittime della strada – In genere – Consap – Subentro ex lege nelle funzioni pubblicistiche già facenti capo all’Ina – Intervento della Consap nel processo già promosso dal detto Istituto, non più legittimato...


(Cass. Civ., sez. I, 17 novembre 2005, n. 23264)
Assicurazione obbligatoria – Fondo di garanzia per le vittime della strada – In genere – Consap – Subentro ex lege nelle funzioni pubblicistiche già facenti capo all’Ina – Intervento della Consap nel processo già promosso dal detto Istituto, non più legittimato – Intervento principale – Configurabilità – Possibilità per la Consap di far valere processualmente la posizione già assunta in giudizio dall’Ina – Sussistenza.

Per effetto dell’art. 126 del D.L.vo 17 marzo 1995, n. 175 (Attuazione della direttiva 92/49/CEE in materia di assicurazione diretta diversa dall’assicurazione sulla vita), recante modifiche ed integrazioni alla legislazione sull’assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti, la Consap – Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici – Spa è subentrata all’Istituto Nazionale per le Assicurazioni (INA), ad essa avendo il legislatore trasferito le funzioni pubblicistiche già facenti capo all’Ina e, in particolare, la gestione – sotto il controllo del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato – del Fondo di garanzia per le vittime della strada costituito presso quell’Istituto. Legittimamente, pertanto, intervenendo nel giudizio (nella specie, di ammissione allo stato passivo, ex art. 101 e 209, terzo comma, legge fall., di una società di assicurazione posta in liquidazione coatta amministrativa per rivalersi degli indennizzi pagati) a norma dell’art. 19, ultimo comma, della legge 24 dicembre 1969, n. 990 (come modificato dall’art. 126 del citato D.L.v n. 175 del 1995), la Consap può far valere processualmente, in via principale, quale titolare di situazioni giuridiche proprie, la posizione già assunta nel giudizio dall’Ina (non più legittimato).

mercoledì 19 ottobre 2011

Incidenti stradali, niente constatazione amichevole: è boom di cause legali


Altro che constatazione amichevole, per molti è meglio fare una telefonata all’avvocato. In caso di incidente stradale, infatti, sono sempre più gli italiani che si rivolgono a un legale per avere ragione, e proprio nel periodo in cui è stato introdotto anche nel nostro Paese il cosiddetto indennizzo diretto da parte delle assicurazioni. Nel 2010, le cause pendenti nel settore auto (tra civili e penali) sono infatti arrivate quasi a quota 300.000, con un aumento del 9 per cento rispetto al 2009. La crescita dei procedimenti è significativa, considerando anche l’incidenza dei contenziosi sui sinistri a riserva, cioè sulle pratiche aperte per cui le imprese assicuratrici accantonano riserve in attesa della chiusura della causa legale.

Secondo l’ultima indagine dell’Isvap sullo stato del contenzioso civile e penale, alla fine del 2010 le cause civili pendenti, in ogni grado di giurisdizione, erano 295.397, e l’incidenza sul numero dei sinistri a riserva a fine 2010 (pari a 1.667.938) è passata al 17,7 per cento rispetto al 15,3 per cento della fine del 2009. Le cause di primo grado pendenti al 31 dicembre 2010 erano 281.185, con un aumento del 9,6 per cento rispetto alla fine del 2009 e rappresentavano il 95,2 per cento dei procedimenti civili in essere (94,7 per cento nel 2009). Nell’ambito dei procedimenti di primo grado, a fare la parte del leone, come del resto anche negli anni precedenti, sono quelli pendenti dai giudici di pace, che a fine 2010 risultavano ben 227.600 e registravano un incremento a due cifre, del 13,5 per cento rispetto al 2009, costituendo l’80,9 per cento del totale delle cause civili di primo grado presentate dagli automobilisti (erano invece il 78,1 per cento nel 2009). L’incidenza sui sinistri a riserva raggiungeva il 13,6 per cento (11,3 per cento alla fine del 2009). Per quanto riguarda i procedimenti civili di secondo e terzo grado, a fine 2010, rileva ancora l’Isvap, erano pendenti 14.212 cause, sostanzialmente invariate (-0,2 per cento) rispetto al 2009.

Coerentemente al dato complessivo, restavano praticamente stabili sia le cause pendenti nei Tribunali e nelle Corti d’Appello, mentre registravano un lieve calo (-3,2 per cento) i procedimenti in corso presso la Corte di Cassazione. Sempre alla fine dello scorso anno, le cause penali pendenti nei diversi gradi di giudizio erano 7.461, con un’incidenza sui sinistri a riserva pari allo 0,4 per cento (come nel 2009).

martedì 18 ottobre 2011

Cassazione: no risarcimento vittima senza cintura

Indossare la cintura di sicurezza al momento di un incidente può rivelarsi non solo un gesto salvavita ma anche una protezione da spiacevoli sorprese con la compagnia assicurativa. E' questa la lezione impartita ad una donna che nel corso di un incidente stradale non l'ha indossata. La vicenda processuale ha interessato la vittima dell'imprevisto e una società di assicurazioni. In questo caso sia il Tribunale che la Corte d'Appello hanno riconosciuto alla vittima il concorso casuale all'incidente, motivo per cui l'Assicurazione ha eseguito un rimborso parziale. La mancata adozione dei sistemi di trattenuta anche da parte di un passeggero rappresenta, infatti, una ipotesi di concorso causale nel fatto colposo che, cooperando alla produzione del danno, determina una riduzione del risarcimento dello stesso. La vittima è quindi ricorsa in Cassazione, lamentando davanti al giudice di aver subito danni fisici, e di avere avuto la cintura al momento dell'impatto. Dopo aver accertato il mancato uso della stessa e la natura dei danni fisici, dovuti a malanni precedenti l'incidente, la Suprema Corte ha confermato il verdetto della Corte d'Appello e del Tribunale. Gli ermellini con la sentenza n. 19884/2011 hanno infatti stabilito che, nonostante si possa essere vittime di un sinistro stradale senza alcuna colpa nella dinamica, non si ha automaticamente diritto a un risarcimento, nel caso in cui si accerti che non sono state indossate le cinture di sicurezza. Secondo la sentenza, le compagnie assicurative possono rifiutarsi di concedere qualunque tipo di rimborso o limitarlo ad una cifra parziale se viene accertata la negligenza del loro cliente. Le motivazioni di tale decisione sono comprensibili : dal punto di vista delle assicurazioni, se si fossero allacciate le cinture di sicurezza ci sarebbero stati, probabilmente, danni fisici di gran lunga inferiori se non del tutto inesistenti.

mercoledì 5 ottobre 2011

Sulle strade numeri drammatici per i bambini


Nei primi 9 mesi del 2011 hanno già perso la vita  in 52 da 0 a 13 anni  e 425 sono rimasti feriti  in 379 incidenti significativi.
Terribile  terzo trimestre con  21 lenzuoli bianchi sulle strade
Ben 38 bambini  erano trasportati (73%),  2 i ciclisti e 11 erano a piedi.
Fino a 5 anni la fascia più a rischio con 29 vittime
Nei centri abitati il maggior numero di incidenti e di decessi dei piccoli.
Il 25% dei bambini sono di origine straniera

I gravi incidenti che hanno coinvolto bambini nel primo fine settimana di ottobre, ripropongono l’asprezza di questo versante della sinistrosità stradale.

Nei primi 9 mesi del 2011 il più crudele degli Osservatori dell’Asaps, quello che raccoglie i dati delle giovani vittime della strada nella fascia cha va da 0 a 13 anni ha registrato 379 incidenti gravi nei quali hanno già perso la vita 52 bambini (13 quelli di origine straniera, cioè il 25%) e 425 sono rimasti feriti.


Terribile il terzo trimestre (luglio – agosto – settembre) con addirittura 21 bambini morti sulle strade, 7 in luglio, 9 in agosto e 5 in settembre.

Delle 52 giovanissime vittime (29 maschi e 23 femmine) ben 38, pari al 73%, erano trasportate a bordo dei veicoli  e questo aspetto ripropone drammaticamente il tema del fissaggio dei nostri piccoli sui seggiolini. Non si conosce il dato di quante fra queste 38 vittime fossero regolarmente allacciate, anche  se si  può ritenere che una percentuale significativa non fosse trasportata a norma. In particolare nei casi di espulsione dall’abitacolo del mezzo dopo lo schianto.
bambini sono stati travolti con la loro bicicletta. 11 erano a piedi per strada. In un caso il bambino era su un ciclomotore.

Un altro aspetto sul quale l’Asaps richiama la sua attenzione è la tipologia stradale dove sono avvenuti gli incidenti. Sono le strade delle aree urbane quelle più a rischio. Ben 254 dei 379 incidenti, (67%) sono avvenuti nei centri abitati. E non si pensi che si tratti di quelli meno gravi. Infatti nei centri abitati si sono contati fra i piccini 22 morti (42%) e 280 feriti (66%).
Sulle strade statali e provinciali gli incidenti sono stati 81 e hanno causato 16 morti (31%) e 96 feriti (23%). In 3 episodi non è stata indicata la tipologia della strada.
Appena 30 gli episodi sulla rete autostradale che hanno causato 11 decessi (21%) e 34 feriti (8%).

Fra le più giovani vittime della strada il maggior numero si conta fra i piccolissimi. Infatti nella fascia d’età cha va da 0 a 5 anni l’Osservatorio ha registrato 29 decessi (56%), 15 i lenzuoli bianchi (29%) nella fascia che va da 6 a 10 anni,  in quella da 11 a 13 anni (13%). Per una vittima non è stato possibile fissare l’età.

In 7 incidenti il conducente del veicolo coinvolto è risultato ubriaco o drogato. Sono stati invece 20 gli incidenti causati da pirati della strada dove sono morti 4 bambini.
Le regioni che segnano il più elevato numero di decessi per incidenti ai bambini sono la Lombardia con 10piccole vittime, segue la Sicilia con 9 (di cui 3 incidenti con 2 bambini morti ognuno) il Lazio con 6 e infine il Veneto,  la Campania e la Calabria  con 4.

Non ci stancheremo mai di ricordare che ogni volta che un bambino perde la vita sulla strada la colpa non è mai la sua, ma sempre di un adulto che non ha rispettato le regole (velocità, alcol, uso seggiolini) o di un adulto che non lo ha vigilato.


La "strana" notizia: Caserta, mangia babà e va in bici positiva all'alcol, le ritirano la patente


Paradossale vicenda capitata a una giovane signora tra l'altro astemia, che ha deciso di ricorrere presso il giudice di pace per quanto le è capitato
(NdR: Ma quanto liquore c'era in quel babà? Perché il ritiro della patente??)

Foto dalla rete
(Asaps) Leggete sotto la notizia riportata da Repubblica.it. A noi sembra francamente strana. Molto strana. Intanto ci domandiamo quanto liquore contenva quel babà? La signora ha detto di averne mangiati alcuni? Quanti? Se fossimo a Caserta saremmo curiosi.
Ci vorremmo sottoporre (molto volentieri) ad un esperimento: una bella mangiata di babà al liquore e poi vorremmo soffiare su un etilometro, così per vedere cosa segna. Qui da noi in Romagna i babà si trovano a fatica e non sono così graduati, potremmo provare con una zuppa inglese all'alchermes (altro esperimento gradevole), per vedere cosa succede.
Una riflessione ancora. Perché è stata ritirata la patente alla ciclista? E' stato ampiamente spiegato dalle circolari del Ministero dell'Interno che ai ciclisti che commettono violazioni che prevedono prelievi di punti, si applica la sola sanzione senza prelievo alcuno e la patente rimane intonsa, così come prevede l'art.219 CdS modificato dalla legge 120 del 2010.
Se alla golosa signora  è stata ritirata la patente le sarà restituita a breve dal Giudice di Pace.
Una domanda infine. Non è che gli agenti hanno fatto colazione a loro volta a base di babà?