Un documento firmato dalla Regione prevede che per le auto tra 20 e 30 anni continui a valere il regime agevolato.
Con l’adozione della Legge di Stabilità 2015 varata dal governo pareva conclusa la vicenda del bollo per le auto storiche. La norma voluta dall’esecutivo e approvata dal Parlamento prevede infatti che il trattamento agevolato valga per i veicoli (auto, moto e anche furgoni) che siano stati immatricolati per la prima volta almeno 30 anni prima. Ciò mentre fino al 2014 la cosa valeva anche per quelli da 20 a 30 anni.
Ora la questione si è riaperta grazie a una iniziativa della giunta regionale lombarda che testimonia la volontà di mantenere le agevolazioni anche per le “ventenni”. La novità è un documento firmato dalla Regione e da alcuni rappresentati del mondo del collezionismo. Il testo siglato riconosce l’opportunità di mantenere il regime preesistente, basando la cosa sul fatto che il “bollo” è un balzello di competenza regionale e che dunque le Regioni possono intervenire in materia.
MA SOLO PER I VERI COLLEZIONISTI - Va però detto che lo stesso documento riconosce la necessità di introdurre elementi di controllo che consentano di appurare l’effettivo interesse storico del veicolo in questione. Cosa che indirettamente riconosce l’esistenza del fenomeno di auto ultraventenni mantenute in uso non certo in condizioni da collezione, ma solo per risparmiare sul bollo. Cioè il fenomeno che aveva portato il governo a intervenire con la “stretta” dai 20 ai 30 anni.
DA INSERIRE NELLA “FINANZIARIA” REGIONALE - Il contenuto del documento firmato da Regione Lombardia ed esperti vale come manifestazione di intenti e ora c’è bisogno che venga tradotto in una norma specifica da inserire nel Documento di Programmazione economia e finanziaria della Regione.
“PALETTI” PER EVITARE LE FURBATE - Un’idea di come potrà essere regolamentata l’agevolazione è stata fornita dall’assessore ai Tributi Massimo Garavaglia. «Manteniamo le esenzioni per i veicoli storici certificati e iscritti a norma dell’art. 60 del Codice della strada ai registri Asi, Fmi, Alfa, Lancia e Fiat - ha dichiarato l’assessore - tuttavia, a breve, introdurremo con una delibera di giunta alcuni punti saldi. Tra questi l’idea che l’auto storica dai 20 ai 30 anni debba essere una seconda vettura e non un’auto da uso quotidiano. E, ancora, il veicolo dovrà avere caratteristiche adeguate di conservazione e di valenza quale parte di un patrimonio storico e culturale riconducibile ad un certo pregio».
Restano ora da vedere le reazioni da parte del governo (nella polemica a proposito sui “tagli” alle regioni, in cui è facile prevedere che sarà rinfacciato alla Lombardia di rinunciare a degli introiti) e se altre amministrazioni regionali seguiranno l’esempio della giunta lombarda.
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