L'Ania (l'Associazione delle Assicurazioni) sostiene che le tariffe RC Auto possono calare, ma a una condizione: serve una riforma del settore RCA
Le Assicurazioni sono pronte a ridurre le tariffe RCA: parola dell'Ania, la Confindustria delle Compagnie. Ma "nell'ambito di un'azione congiunta, di 'sistema', che aggredisca alla radice quelle componenti strutturali che mantengono elevato il costo dei sinistri".
TRADUZIONE - In altre parole, l'Ania vuole una riforma del settore RCA, in particolar modo - come esorta da anni - chiede che i risarcimenti per le gravi lesioni fisiche (danno biologico) vengano ridotti e uniformati al livello nazionale (il punto d'invalidità unico in tutta Italia). Mira inoltre alla revisione del sistema bonus-malus, che dopo la riforma Bersani del 2007 non avrebbe più molto valore, favorendo anche i guidatori poco virtuosi (per entrare in una classe di merito bassa è sufficiente abitare con un genitore anch'egli in una categoria low cost). Ricordando che questo periodo che è ''il più critico dal dopoguerra'', il presidente dell'Ania Aldo Minucci (foto), nel corso dell'assemblea dell'Associazione che riunisce le società assicurative, ha illustrato diversi dati: la raccolta premi RCA continua a crescere. Nel 2011 l'ammontare complessivo è stato pari a 17,8 miliardi, in aumento del 5,2% sul 2010. Il premio medio nel 2011 è aumentato del 5,8%, mantenendo il trend dell'anno precedente (+4,7%), e a maggio 2012 del 4,6%. Il numero dei sinistri con un risarcimento nel 2011 è stato invece pari a 2,7 milioni, in calo del 12,3% rispetto al 2010 (comunque siamo cifre lontane anni luce da quelle dell'Istat, che tiene conto solo dei sinistri con feriti). Ma il costo medio dei sinistri di competenza, aggiunge l'Ania, è stato pari a 4.549 euro, contro 4.117 nel 2010 (+10,5%): ecco il guaio, la vera ragione per cui i prezzi RCA salgono.
LESIONI - Un altro problema evidenziato dall'Ania è che, in Italia, ''si registra un'incidenza molto elevata di sinistri con danni fisici sul totale'' (22,7% contro 10% della media europea e oltre 40% in alcune aree del Paese, specie nel Napoletano). Gli aumenti ''sono stati resi necessari dal forte deterioramento della gestione tecnica: infatti, se nel 2005 le Imprese spendevano 97 euro per ogni 100 di premi incassati, nel 2009-2010 ne hanno spesi, rispettivamente, 108 e 106''. Nel 2011, il risultato tecnico complessivo ha evidenziato ancora una perdita di quasi 500 milioni di euro.
SCATOLA NERA - A proposito delle liberalizzazioni, Minucci ha ricordato che, se la scatola neraverrà imposta come un obbligo, con tutti i costi relativi all'uso di questo dispositivo a carico delle Compagnie, si potrebbe arrivare per paradosso "a un aumento dei prezzi praticati dalle Imprese, soprattutto da quelle che, pur non ritenendo conveniente l'offerta dei nuovi prodotti, fossero obbligate a commercializzarli sostenendo i relativi costi di impianto''. In ogni caso, "non è più rinviabile - secondo l'Ania - l'istituzione dell'agenzia antifrode, pubblica, dotata di poteri investigativi, finanziata dal settore assicurativo''.
COLPO DI FRUSTA KO - Non si può non notare, però, che già il Governo Monti, con le stesse liberalizzazioni, ha messo ko le truffe dovute ai colpi di frusta fasulli: ora vengono risarciti solo se c'è una radiografia a supporto; servono cioè gli esami strumentali, e non basta lamentare il dolore. Era quello che le Assicurazioni chiedevano da anni: adesso che l'hanno ottenuto, non sarebbe già opportuno parlare di sostanziosi ribassi tariffari? Fin dove dev'essere riformato il settore RCA per vedere i prezzi finalmente scendere?
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