studio in SONDRIO - via Brigata Orobica 45 - Tel 0342 514762 peritosalini@gmail.com

sabato 19 luglio 2014

Colpo di frusta, la parola al massimo esperto

«Partiamo da un punto molto semplice: il colpo di frusta cervicale
non è una patologia, è un meccanismo di accelerazione-decelerazione
con trasferimento di energia al collo. Avviene in seguito a collisione
tra autoveicoli, principalmente con modalità d’impatto posteriore».
Così Andrea Costanzo, Professore di Ortopedia e Traumatologia
all’ Università di Roma “La Sapienza”, docente di Traumatologia
della Strada nelle Università di Roma “La Sapienza” e nell’Università
di Bologna, inizia la sua spiegazione sul delicato problema del
colpo di frusta.
“Delicato” perché come spiega lui stesso “la diagnosi è sempre distrazione
dei muscoli lunghi del collo, distorsione cervicale con
presenza o meno di interessamento neurologico, lussazione e o
frattura vertebrale, ecc.. Ma per porre quindi una diagnosi di una
patologia dovuta a questo meccanismo di azione è fondamentale
visitare a fondo il paziente».
Costanzo non è solo un professore esperto in materia ma vanta
anche un’incredibile esperienza nel settore (è stato consulente di
Ortopedia e Traumatologia per circa trent’anni presso gli Istituti
di Clinica Pediatrica e di Puericultura dell’Università di Roma
“La Sapienza”. È Presidente della Società Italiana di Traumatologia
della Strada e della Commissione Sanità della LIDU (Lega Italiana
dei Diritti dell’Uomo, membro della FIDH - Federation Internationale
des Droits de l’Homme), e membro della AAAM (Association for
the Advancement of Automotive Medicine), in cui ha fatto parte
del “Board of Directors”. Membro della Consulta Nazionale della
Sicurezza Stradale (CNEL), del “Comitato del Ministero degli
Affari Esteri per gli Ospedali Italiani e Centri di Cura con Partecipazione
Italiana all’Estero”, del Comitato Tecnico Interministeriale
Ministero della Salute e della Infrastrutture e dei Trasporti per
l’informazione sulla guida di veicoli a motore per persone con disabilità
fisica.
Membro esperto del Consiglio Superiore di Sanità e del CCM
(sottocomitato scientifico “Salute e Incidenti Stradali”), del
Ministero della Salute).
E la sua analisi quindi è particolarmente interessante: «La valutazione
di un danno attribuito al meccanismo del colpo di frusta cervicale
– spiega il luminare - rientra tra i compiti specifici del medico che
deve definire in termini qualitativi e quantitativi la sintomatologia
soggettiva e l’obiettività del traumatizzato. La valutazione complessiva
del danno alla persona deve essere quindi formulata in
prima battuta dal medico che ha osservato per la prima volta il
traumatizzato e cioè dal medico di pronto soccorso, che dopo un
attento esame clinico e radiografico può formulare una diagnosi,
inserendo la patologia rilevata in una classificazione ben articolata
secondo un protocollo già sperimentato ed adottato nei paesi più
sviluppati del mondo occidentale.
Dopo la prima settimana di trattamento il paziente va rivisto e riformulata
la diagnosi secondo il solito protocollo. Si tratta della
WAD (Wiplash Associated Disorders), una tabella che consta di
quattro gradi. Nei primi due gradi si classificano i casi con una
sintomatologia dolorosa senza interessamento neurologico, ( in
questi casi la prognosi è fausta e non si possono avere sequele medico-
legali a carattere permanente). Nel terzo grado si evidenzia
un interessamento neurologico e nel quarto grado fratture e
lussazioni cervicali ( in questi due ultimi gradi il danno a carattere
permanente è esistente)».
Il risultato? «Dalla disamina di oltre 10.000 cartelle cliniche
codificate col metodo WAD dai medici canadesi – spiega ancora il
professore – è risultato che nell’85% di questi traumi si è verificata
la guarigione completa senza alcun postumo a carattere permanente.
Una indagine diretta su 200 pazienti vistati al Pronto Soccorso del
Policlinico Umberto I Università di Roma “La Sapienza” utilizzando
la metodologia canadese della WAD, e poi ricontrollati con la
stessa metodologia, dopo dieci sedute di adeguato trattamento
chinesiterapico, nell’85% si è potuta riscontrare la guarigione.
E’ comunque certo che in terza battuta il medico legale disporrà di
un fondamentale ausilio, perché grazie ad esso gli sarà più facile
individuare false sintomatologie riferite da alcuni soggetti per
ottenere un indebito risarcimento.
Per quanto riguarda la durata della malattia, nella letteratura
mondiale si riscontra che:
il 50% dei soggetti traumatizzati torna alle normali attività entro
un mese.
Il 16% si assenta dal lavoro per un periodo variabile da 2 a 6 mesi.
Il 12,5 si assenta dal lavoro per oltre 6 mesi.
L’ 1,5% si assenta dal lavoro per oltre un anno.
Il 15, 3% dei soggetti con lesioni multiple si assenta dal lavoro per
oltre 6 mesi.
Un altro dato importante è quello che in caso di controversie
quando il medico legale non riscontri alcun segno di lesione sia
indotto ad acquisire i dati tecnici dell’incidente nel presupposto
che da essi si può ricavare qualche utile indicazione.
Concludendo, per una corretta indicazione sul danno alla persona
riportato in occasione di incidente automobilistico, col meccanismo
del colpo di frusta cervicale si propone:
1 - l’osservazione clinica e radiografica del paziente da parte del
medico con la codificazione WAD al Pronto Soccorso, ripetuta
dopo sette giorni di trattamento medico e/o con collare e quindi
ancora dopo dieci sedute di kinesiterapia.
2 - La disponibilità dei dati tecnici dell’incidente e le foto dei
mezzi ove si possa rilevare il danno alle carrozzerie».


Nessun commento:

Posta un commento