L’Italia,
fra i tanti record negativi in tema di assicurazione ne ha
anche uno che ha dell’incredibile: siamo l’unico Paese d’Europa
nel quale
2 feriti su 3 negli incidenti stradali, sfuggono alla
preliminare
verifica dei rilievi delle forze di polizia. Incrociando i
dati
dell’ISTAT e quelli dell’ANIA,
l’Associazione Nazionale fra le
Imprese
Assicuratrici, si scopre insomma che ci sono 741.151
vittime
in più, che vanno ricercate in un sommerso nebuloso nel
quale
ci dobbiamo mettere certamente gli eventi annotati nel cid,
ma
anche le truffe o le frodi alle compagnie, con una ricaduta
pesante
sulle tasche del contribuente. Ciò, ovviamente, comporta
una
crescente incapacità dell’utenza di corrispondere i premi assicurativi,
con
conseguente aumento degli atti di pirateria e del
ricorso
al mercato delle assicurazioni false per non parlare delle
sempre
più frequenti fughe all’alt della polizia.
Già
appare sospetto il fatto che la frequenza dei sinistri in Italia
sia
di 8,6 ogni 100 assicurati, di fronte ad una medie UE
di
7,2. Ma
ancora
più incredibile è il dato che in Italia circa il 21 per cento
dei
sinistri provochi danni alle persone, contro una media europea
di
13,5 e paesi vicini al nostro per tipologia della mobilità come
Francia,
Germania e Belgio che si fermano intorno a 10 per cento.
«Crediamo»,
ci ha spiegato il presidente dell’ASAPS Giordano
Biserni
«sia giunto il momento di vedere chiaro in quella fetta di
due
terzi di incidenti non rilevati dalle forze dell’ordine e soprattutto
quei
due terzi di feriti che vengono liquidati dalle compagnie con
il
riconoscimento di invalidità che vanno, secondo l’ANIA,
nel 87
per
cento dei casi da 1 a 9 punti e nel 70 per cento con invalidità
ricomprese
tra 1 e 2 punti. Sono costi enormi derivanti da incidenti
con
dinamiche da accertare nei dettagli, soprattutto con le verifiche
delle
lesioni attraverso la ricostruzione a tavolino dei sinistri,
magari
individuando appositi uffici e autorità con poteri di polizia
giudiziaria
per accertare la reale portata dei fatti.
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